Mal'aria 2021: Brescia fra le 35 città «fuorilegge» per Pm10
C'è anche Brescia fra i 35 i capoluoghi di provincia fuorilegge per polveri sottili Pm10 inclusi nell'annuale rapporto «Mal'Aria di città 2021» stilato da Legambiente a livello nazionale. La maglia nera per i livelli di smog spetta a Torino, che sconta 98 giorni di sforamento dei limiti quotidiani (40 microgrammi per metro cubo per 35 giorni all'anno secondo la legislazione europea), seguita da Venezia (88) e Padova (84). Numeri fortunatamente lontani da quelli della Leonessa, che ne conta comunque 62. Con una precisazione: Legambiente, a differenza di quanto prevista dalla normativa regionale, valuta i superi su singole centraline di rilevamento della qualità dell'aria, prendendo a campione quelle che hanno registrato il massimo numero di giorni di sforamento. Il dato del report diffuso oggi a livello nazionale, proprio per questo, differisce dal quadro stilato da Arpa Lombardia, che calcola i superi sulla base della media ponderata di almeno tre centraline.
Secondo Legambiente «preoccupa anche il confronto con i parametri Oms, più stringenti di quelli europei (20 microgrammi/mc): 60 le città fuorilegge con il primato sempre a Torino seguita da Milano, Padova e Rovigo, Avellino e Frosinone. Anche in tempo di pandemia in Italia «l'emergenza smog non si arresta e si cronicizza sempre di più», rileva Legambiente precisando che il Paese «è indietro sulle azioni da mettere in campo per ridurre l'inquinamento atmosferico. Basta deroghe, quindi, servono misure più coraggiose e concrete a partire da mobilità sostenibile e uso dello spazio pubblico per avere più clean city, città pulite e più vivibili. Non si sprechino le risorse economiche in arrivo dall'Europa», avverte l'associazione ambientalista. Ricordando che ogni anno in Italia, stando ai dati dell'Agenzia europea dell'Ambiente (Eea), sono oltre 50mila le morti premature dovute all'esposizione eccessiva ad inquinanti atmosferici con spese di diverse decine di miliardi all'anno (stimate tra i 47 e i 142 miliardi di euro) tra sanitarie e per giornate di lavoro perse, Legambiente spiega di aver analizzato 96 capoluoghi di provincia e che 35 hanno superato almeno con una centralina il limite previsto per le polveri sottili (Pm10), ossia la soglia dei 35 giorni nell'anno solare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo.
A pesare sul conto di Brescia appare in particolar modo la centralina del Villaggio Sereno, quella appunto che ha registrato valori al di sopra dei 50 microgrammi/mc d'aria per 62 giorni. Ma non va meglio sul fronte della concentrazione media annuale di polveri sottili: se la soglia ammessa da Oms come detto è pari a 20 microgrammi/mc, a Brescia se ne contano 31, quanto basta per collocare la Leonessa al 16esimo posto nella triste graduatoria dei 96 capoluoghi considerati.
Legambiente critica «la mancanza di ambizione dei Piani nazionali e regionali e degli Accordi di programma» degli ultimi anni per uscire dalla morsa dell'inquinamento «che sono stati puntualmente elusi e aggirati localmente pur di non dover prendere decisioni impopolari». Le iniziative più urgenti, secondo l'associazione ambientalista, riguardano la mobilità sostenibile e l'uso dello spazio pubblico e della strada che vanno integrati a misure nel settore del riscaldamento e dell'agricoltura per portare benefici immediati e duraturi.
In occasione della presentazione del rapporto «Mal'aria», Legambiente lancia una petizione on line in cui sintetizza le richieste per città più vivibili e pulite e una mobilitazione social con cui chiede a tutte le persone di scattarsi un selfie in primo piano con una mascherina bianca, sulla quale scrivere il claim #noallosmog.
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