Maddalena, chiusura sempre più vicina per la strada consortile
L’ipotesi, ventilata più volte, di una Maddalena off limits potrebbe infine diventare realtà. Nei giorni scorsi è ripreso il confronto tra le Amministrazioni comunali di Brescia e di Nave per decidere quale sarà il futuro della strada, oggi di proprietà di Società funivie della Maddalena e di Iura, e se sia il caso di creare un consorzio ad hoc per la gestione dell’area.
Strategie
Il primo passo è stato l’incontro con l’assessore al Verde della Loggia Camilla Bianchi «per capire se la linea della nuova Giunta fosse rimasta quella del mandato di Del Bono, che sembrava in accordo con la nostra - spiega l’assessore all’Urbanistica del Comune di Nave Carlo Ramazzini -. Bianchi ha terminato l’incontro dicendo che si sarebbe dovuta confrontare con la sua maggioranza».
Ipotizzando un sì di Brescia, lo step successivo vedrebbe gli amministratori dei due Comuni recarsi dalla proprietà e illustrare la loro proposta. L’idea è quella di chiudere, in quanto non pubblica, la strada consortile con una sbarra sia dal lato di Nave sia da quello del capoluogo. Dopodiché occorrerebbe costituire un consorzio con direttivo e statuto nel quale rientrerebbero i due Comuni e coloro che hanno diritto d’accesso perché proprietari di un fondo. «Noi con i proprietari sul versante navense abbiamo già iniziato a raccogliere le adesioni per preparare una bozza dello statuto - racconta Ramazzini -. Sarebbe il consorzio a decidere giorni e orari di apertura, anche se è ancora tutta da vedere la modalità con cui via Maddalena verrebbe chiusa al transito e pure se lo stop sarà prima o dopo i due ristoranti La casa nel bosco e Il Grillo».
Le incognite
Le incognite, insomma, sono ancora diverse. A partire da quella che sarà la decisione della sindaca Laura Castelletti e della sua squadra. Di sicuro per ora c’è solo che il Comune di Nave ha approfondito anche l’eventualità di rendere via Maddalena una strada comunale a tutti gli effetti. «Prima di poterla aprire ci sarebbero voluti adeguamenti per circa 800mila euro - spiega Ramazzini -. Questo prima dell’aumento delle materie prime, figuriamoci ora: è quindi una strada impercorribile, alla quale si sarebbe aggiunta anche l’acquisizione della proprietà del fondo». Bianchi, almeno per ora, ha la bocca cucita: «Ci sono interlocuzioni in atto - afferma l’assessore - ma avrò nelle prossime settimane una riunione specifica, perciò al momento preferisco non rilasciare dichiarazioni nel merito».
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