M5S in piazza per il no: tappa a Brescia dell'#IoDicoNo Tour

«Questo è un referendum su una riforma costituzionale che ci toglie il diritto di votare per il Senato, perdiamo una scheda elettorale, ma il Senato resta in piedi. Basta questo per scegliere di dire no».

Così l’onorevole Luigi Di Maio, tra i big pentastellati, in piazza Mercato per il comizio con cui il movimento si schiera per il no al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. «Vota adesso per essere sicuro di poter votare domani» lo slogan dei grillini, che dopo il tour mondiale per convincere gli italiani all’estero, stanno attraversando l’Italia «in cammino per la costituzione»: 47 tappe, tante quante gli articoli che della Costituzione interessati dalla riforma e a cui il Movimento 5 Stelle intende opporsi. A Brescia i Cinque stelle sono arrivati in treno. Una scelta non casuale quella adottata per l'iniziativa, denominata #IoDicoNo Tour.

«Noi ci stiamo spostando con treni regionali per mostrare i disagi che vivono i cittadini ogni giorno… Problemi da risolvere urgentemente, che non si risolveranno se vincesse il sì… Anzi, forse si accentueranno. Questa terra che chiedeva autonomia, per anni ha chiesto di prendere decisioni sul territorio. Questa riforma toglierà gran parte delle competenze e capacità decisionale, che già era poca, a questi territori e la porterà a Roma, la affiderà ad un Senato eletto da nessuno. Qui ci sono tanti temi sul piatto, tra cui l'autonomia di un territorio produttivo e innivativo come questo che per anni l'ha invocata e cui adesso la stanno togliendo del tutto»

No a parallelismi con le vicende politiche americane, chiosa Di Maio, anche perché i sondaggi hanno dimostrato tutta la loro inattendibilità. A chi poi gli fa notare che, nel quadro delle opposte campagne referendarie, la tappa bresciana del tour si inserisce proprio tra la visita del ministro Boschi e quella del premier Renzi, risponde ponendo l’accento sull’impatto, anche sociale, della campagna dei 5 stelle. «Ma in una giornata come questa le forze dell’ordine possono respirare e stare tranquille, cosa che non avviene quando ci sono esponenti del governo Renzi».