Luoghi di culto, il Pgt regolarizza via Corsica e via Volta

Commissione urbanistica infuocata sul tema dei servizi religiosi presenti in città
La moschea di via Corsica - Foto © www.giornaledibrescia.it
La moschea di via Corsica - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Le strategie e le politiche del Piano dei servizi della variante al Pgt approdano in commissione Urbanistica e, se su molti temi c’è condivisione le opposte visioni irrompono nei servizi religiosi

La conferma è arrivata anche ieri, quando l’assessore Michela Tiboni ha presentato la tavola con i servizi religiosi presenti in città: oltre il 95% è appannaggio di parrocchie e oratori, il resto sono le altre confessioni. Lo scontro si è acceso sui quattro luoghi in cui si professa la fede islamica: via Corsica, via Volta, via Bonardi e viale Piave.

La precedente Giunta non aveva inserito alcuno di questi punti, reputandoli dei centri culturali, mentre l’attuale governo della città ha riconosciuto via Corsica e via Volta quali luoghi religiosi, in virtù di una sentenza del Tar del 2013 che annullava la delibera di approvazione del Pgt nella parte in cui ometteva di fare una completa istruttoria delle religioni non cattoliche e, nello specifico, proprio di quelle islamiche. 

L’Amministrazione ha quindi inserito le due aree, che dal punto di vista urbanistico hanno una destinazione adeguata, tra i centri religiosi, nulla dicendo però degli altri due, ancora classificati - pur essendo impiegati per altri scopi - per destinazione d’uso commerciale (via Bonardi) e residenziale (viale Piave). Va detto anche che non è prevista la possibilità di aprire nuove zone di culto. 

È qui che i toni si sono infuocati, con Mattia Margaroli (Fi), Massimo Tacconi e Nicola Gallizioli (Lega) che hanno accusato la maggioranza di avere «riconosciuto la presenza a Brescia di due moschee, consentendone pure l’ampliamento». È toccato all’assessore Tiboni, spalleggiata da Aldo Boifava e da Giovanni Capra, contestare le affermazioni: «Non sono previsti ampliamenti; le norme tecniche del Pgt attuale danno la possibilità di accrescere le superfici dei servizi del 30% senza vincoli, mentre noi abbiamo inserito una previsione nuova che subordina gli ampliamenti sopra una certa soglia a un passaggio in Consiglio».

Margaroli ha così chiesto perché l’Amministrazione non abbia fatto ricorso contro la sentenza del Tar, chiedendo di chiudere le due strutture di via Bonardi e viale Piave o di assumersi la responsabilità di cambiarne la destinazione d’uso, riconoscendole come luoghi di culto. Gallizzioli e Tacconi hanno invitato a proporre un referendum per chiedere ai bresciani che ne pensano; Margherita Peroni (Fi) ha infine invitato a «essere molto rigorosi nell’applicazione delle norme, in particolare per i due luoghi che hanno natura commerciale e residenziale».
 

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