Luglio con il bene che ti voglio
Fabrizio si guarda allo specchio soddisfatto di non dimostrare i suoi 53 anni. Si è rasato e profumato con cura, ha indossato una camicia perfettamente stirata e dei calzoni blu appena ritirati dalla lavanderia. A sua moglie ha raccontato di avere un impegno di lavoro, è salito sul treno per Verona dove incontrerà Monica che ha conosciuto tramite Facebook e con la quale si è creato subito un incredibile feeling.
L’appuntamento è fissato per le dodici in piazza delle Erbe. Mentre pregusta il momento in cui la potrà vedere gli suona in testa una canzone: «Quando ti ho vista arrivare, bella così come sei, non mi sembrava possibile che, tra tanta gente tu ti accorgessi di me»… La giornata è calda ma è l’agitazione che lo fa sudare. Le scrive: «Dove sei?» Ma non riceve risposta. A mezzogiorno e un quarto le farfalle che sentiva svolazzare nello stomaco diventano uno sciame di calabroni. Cerca di calmarsi immaginando che il ritardo sia dovuto al traffico e il telefono sicuramente «non prende». Pensa che fra poco la porterà al ristorante e poi le mostrerà il balcone di Giulietta, poiché il buon cibo unito ad un po’ di romanticismo agevola sempre la passione.
Nel frattempo si è fatta l’una, a quel punto Fabrizio rompe l’indugio e la chiama su Messenger, ma il telefono è scollegato. Mentre aspetta sotto l’arco che si apre sulla piazza dei Signori, ormai quasi sicuro che la sua avventura galante sia una «buca», nota una costa di capodoglio appesa. Ed è proprio in quell’attimo che capisce di essere diventato come Pinocchio: un burattino bugiardo, inghiottito dalla balena. Deluso e indispettito risale sul treno alla volta di Brescia, richiama due volte senza alcun risultato.
A casa trova sua moglie seduta in salotto che legge. Si salutano come al solito ma lei è stranamente silenziosa, lo osserva con insistenza come se aspettasse di sentirlo confessare qualcosa.
Fabrizio a pranzo non ha mangiato e ha fame. Non contesta per la pasta riscaldata ma è ancora piccato per essere stato gabbato e aver conservato un’imprevista rettitudine. Tace, pensando che un tradimento bianco non deve necessariamente essere confessato. Lei finisce di rigovernare la cucina, poi accende il computer ed elimina un account farlocco, adesso non le serve più!
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