Loveparade, per Giulia processo storico col rischio prescrizione
Un processo storico, il più grande della storia della Germania dopo Norimberga, segnato dal rischio prescrizione.
L’8 dicembre inizieranno a Düsseldorf le udienze per la strage della Loveparade, in cui il 24 luglio 2010 morirono 21 persone, tra le quali la ventunenne bresciana Giulia Minola, e ne rimasero ferite 652.
Sono dieci gli imputati tra organizzatori e dipendenti del comune di Duisburg, in cui venne organizzato il raduno techno, 34 le parti civili, centinaia i testimoni da ascoltare e decine le ore di video da visionare.
Documenti e racconti: una mole immensa di materiale, necessaria a ricostruire come si è arrivati alla tragedia, ma non è detto che il tempo basti. Le accuse di omicidio colposo e lesioni gravi, secondo la legge tedesca, si prescrivono in dieci anni. Se il 23 luglio 2020 non si sarà arrivati a sentenza, tutto rischia di svanire, nonostante siano previste tre udienze a settimana, il mercoledì, il giovedì e il venerdì, dalle 9 alle 17.
Per Nadia Zanacchi, madre di Giulia Minola e parte civile nel processo, il timore è forte. Ma è soprattutto la rabbia il sentimento prevalente dopo anni passati a chiedere giustizia per quelle vite schiacciate dalla folla. L’unica certezza è che l’8 dicembre sarà in aula, e così nei giorni successivi. Al centro fiera di Düsseldorf, perché un semplice tribunale non basterebbe a contenere un processo simile.
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