Loveparade, la madre di Giulia a Mattarella: vogliamo giustizia

La strage del 24 luglio 2010 in cui morì la ventunenne bresciana Giulia Minola è ancora senza colpevoli. Venerdì le commemorazioni
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«Vogliamo giustizia, siamo stati lasciati soli». Ventuno morti, oltre cinquecento feriti, nessun colpevole. Dopo cinque anni, per la strage della Loveparade, avvenuta a Duisburg, non c’è ancora stato un processo. Per Nadia Zanacchi, madre della ventunenne bresciana Giulia Minola, la necessità che vengano individuati i responsabili della tragedia del 24 luglio 2010 è sempre più forte. Per questo la donna ha scritto una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

«Volevo che ci arrivasse un segnale di sostegno di alto livello - dice Zanacchi -. Ho chiesto se fosse possibile fare qualcosa dal punto di vista istituzionale per avere un appoggio in questa nostra ricerca della verità su quanto accaduto».

Nei giorni scorsi Nadia Zanacchi ha ricevuto una telefonata dal console italiano a Colonia, principale città del Land di Duisburg, in cui è stato assicurato sostegno da parte dello Stato. Il problema è che la giustizia tedesca sembra non venire a capo del caso: le indagini sono state chiuse l’anno scorso, ma i giudici devono ancora formulare le accuse per l’inizio di un processo che, a questo punto, non si sa nemmeno se verrà celebrato. Gli indagati sono dieci, tra organizzatori della festa e funzionari del comune tedesco: dall'inchiesta sono state escluse figure di spicco come l'ex sindaco di Duisburg o il titolare della società che gestiva l'evento. Anche la polizia, che aveva il compito di garantire la sicurezza negli accessi alla Loveparade, è uscita dalle indagini. 

«Sentiamo abbandono, disinteresse, superficialità. Siamo solo numeri, come lo sono le vittime. In cinque anni non c'è stata una sola persona che abbia ammesso le proprie responsabilità», dice Nadia Zanacchi, che venerdì parteciperà alla cerimonia organizzata a Duisburg per ricordare le vittime rimaste schiacciate nella folla ammassatasi nel tunnel che portava al raduno techno.

«È un posto talmente brutto e schifoso che ti fa venire voglia di scappare, un posto pieno di ricordi per tutti noi- aggiunge -. Condividiamo gli stessi dubbi, la stessa ritrosia. Onestamente non so se continuerò a andare, ci sono anche altri modi per ricordare».

Uno di questi, a Brescia, è la messa che si terrà venerdì 24 luglio nella chiesa di San Francesco da Paola, in via Benacense 19, alle 17.45. L’altro è, come ogni anno, il concerto che Radio Onda d’Urto dedica a Giulia in occasione della festa: quest’anno ci sono i Punkreas, in programma la sera del 29 agosto. 

GIUSTIZIA PER GIULIA

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