Loveparade:10 incriminati per la morte di Giulia Minola
Dieci persone sono state incriminate per omicidio colposo in relazione alla calca alla Love Parade di Duisburg, nel luglio 2010, in cui ci furono 21 morti tra cui la 21enne bresciana Giulia Minola. Sotto accusa sono finiti quattro membri della Lopavent, la società organizzatrice del festival di musica techno, e sei dirigenti del comune, ha reso noto il capo procuratore Horst Bien. «Un evento in cui la gente voleva far festa, ballare e divertirsi fu trasformato in una terribile tragedia», ha rievocato Bien in una conferenza stampa. «Le vittime, i loro parenti e quanti furono coinvolti soffrono ancora oggi a causa di quegli eventi traumatici», ha osservato.
La calca al rave party si formò in uno stretto sottopassaggio che era l’unico punto di entrata e uscita dal terreno in cui si svolgeva l’evento, un parco pubblico sorto nel sito di un’ex acciaieria. Nella ressa perse la vita la 21enne Giulia Minola, una studentessa bresciana. Oltre ai 21 morti, 13 donne e otto uomini, ci furono più di 500 feriti, di cui quattro erano italiani. Nel 2012 l’allora sindaco di Duisburg, Adolf Sauerland, fu costretto a dimettersi in seguito a un referendum cittadino.
L’inchiesta aveva subito evidenziato una serie di tragici errori nella gestione dell’ordine pubblico, tra cui il fatto che l’accesso al festival fu avviato due ore dopo rispetto al previsto, che l’unico sottopassaggio per l’accesso era insufficiente per le centinaia di migliaia di giovani presenti e che la polizia non disponeva di un numero adeguato di altoparlanti per dare istruzioni alla folla. Dopo la tragedia fu deciso di non organizzare più Love Parade, l’happening musicale che dal 1989 in Germania puntava ad accendere i riflettori sulla battaglia per l’uguaglianza dei diritti e contro le discriminazioni dei gay.
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