Love Parade 6 anni dopo: l'amarezza e le 360mila firme per Giulia

A 6 anni dalla tragica morte di Giulia Minola alla Love Parade di Duisburg, 360mila firme pronte per chiedere un processo
L'ANNIVERSARIO PIU' BRUTTO
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«A parte che è sempre una cosa terribile, però quest'anno, con tutto quello che successo in questi mesi, è stato ancora più brutto». É l’anniversario più amaro per Nadia Zanacchi, la madre di Giulia Minola, unica ragazza italiana delle 21 vittime della Love Parade di Duisburg. Sono passati 6 anni da quel tragico 24 luglio 2010 e il pensiero di questa madre è fermo lì. «Tutti gli anni compiva un viaggio un po’ culturale. Doveva andare ad Amsterdam, con un’amica decise di fermarsi alla Love Parade, perché era un evento che da tanti anni non facevano più, per lei un sogno che aveva in testa». 


La donna è tornata da Duisburg nelle scorse ore dopo aver partecipato ad una commemorazione per tutte le vittime schiacciate dalla folla fuori controllo durante il maxi concerto. Per l’occasione è stata posta anche una lapide in ricordo dei giovani morti in un tunnel che non doveva riempirsi di persone come invece accaduto. Ma pare che nessuno in Germania abbia colpe: per questo l’anniversario numero 6 ha il sapore amaro della beffa, per la decisione del tribunale statale di Duisburg di archiviare il processo. 

«La voglia di arrivare ad una soluzione non c’è, è semplicemente la voglia di nascondere» commenta amara la mamma di Giulia. Ma la sua battaglia, così come quella dei genitori delle altre vittime, non si ferma: nelle prossime ore saranno così consegnate in Germania le 360mila firme raccolte per chiedere un processo per i responsabili della tragedia in cui si è tramutato il concerto.

«Domani verranno consegnate alla Corte d'Appello, cui spetta decidere se i nostri ricorsi e quello della Procura vanno accettati e se quindi si ricomincia con il processo oppure no».

 

 

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