Lotta al debito pubblico: premio al prof. Corradini
Il debito pubblico non è un affare riservato agli economisti, ai ragionieri dello Stato, ai politici. Investe la responsabilità di tutti i cittadini. «Dire che bisogna pagare le tasse è necessario, ma non sufficiente a imboccare sul serio la strada della lotta al debito». Bisogna impedire che chi ha dilatato la spesa prosegua su questa strada, serve scovare gli evasori, si devono mettere in campo «azioni di aiuto al contribuente, di educazione a capire quanto sia non tanto bello, ma giusto pagare le tasse, tanto più se il complesso sistema fiscale sarà orientato a quei criteri di progressività di cui parla la Costituzione».
Pensieri e parole del prof. Luciano Corradini, 86 anni, pedagogista con una lunga carriera di docente universitario, per anni vice presidente del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione, sottosegretario all’Istruzione nel governo Dini, autore di numerose pubblicazioni sull’educazione e sull’insegnamento, presidente onorario dell’Associazione per la riduzione del debito pubblico (Ardep), che fondò nel 1993. Un sodalizio nato con l’ambizione di «far fare la pace fra gli italiani e il fisco», spiega Corradini. Il quale, proprio per questo suo impegno nella lotta al debito pubblico, riceverà domani pomeriggio il XX Premio intitolato a Donato Menichella, storico governatore della Banca d’Italia dal 1946 al 1960.
Nell’albo dei premiati per gli studi socio-economici ci sono Romano Prodi, Paolo Mieli, Giuseppe Guzzetti, Antonio Patuelli, Giuseppe De Rita. La cerimonia si svolgerà a Roma nel Centro congressi Aurelia con la partecipazione, fra gli altri, del cardinale Gualtiero Bassetti (presidente della Cei), dell’economista Gennaro Baccile, di Cesare Mirabelli (presidente emerito della Corte costituzionale).
Corradini, professore emerito di Pedagogia all’Università Roma tre, terrà una lectio magistralis dal titolo «Alla ricerca di un Tesoro nell’educazione». Fin dagli anni Novanta, Corradini ha testimoniato - con lo studio, gli scritti, le scelte personali - la necessità di diffondere nell’opinione pubblica e nelle scuole un messaggio di fiducia nello Stato attraverso l’educazione civica e quella finanziaria. «Dobbiamo considerare lo Stato un amico, non un nemico», osserva Luciano Corradini. «Bisogna ricostruire un rapporto di fiducia con lo Stato, dare una mano invece di chiedere sempre. Esso può funzionare solo se i cittadini mostrano senso civico».
Nel 2003 Corradini ha scritto il libro «La tunica e il mantello. Debito pubblico e bene comune: provocare per educare», dedicato a temi come la formazione di una coscienza civica in campo tributario e fiscale, i comportamenti e le azioni utili per ridurre il debito pubblico, l’impegno sociale per una nuova etica di accesso e di gestione delle risorse. L’interesse di Corradini per questi argomenti risale al 1992, quando il problema del debito esplose in maniera drammatica. Il Governo Amato varò una manovra finanziaria da 93mila miliardi di lire, con un prelievo forzoso dai conti correnti. «Mandai una lettera al presidente del Consiglio - racconta - per sostenere la sua azione. Scrissi che c’erano errori anche da parte di quei cittadini che non avevano contribuito come dovevano a finanziare la spesa, penalizzando servizi essenziali come la scuola».
Corradini per un certo periodo versò il 10% del suo stipendio con la causale «contributo per la riduzione del debito pubblico». Il paradosso: Amato rispose ringraziando, rivelando che però nel bilancio dello Stato non c’era una voce abilitata a ricevere il contributo. Nel 1993 fu costituito il fondo ammortamento titoli di Stato, che accettava fondi privati. Lo stesso anno, con il concorso di Corradini, nacque l’Ardep.
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