Lombardo-veneto: è allarme jihad
A Milano indagine sul reclutamento di terroristi; a Venezia cinque indagati. Nel bresciano due casi recenti. La guardia resta alta
AA
Si allunga anche sull’Italia l’ombra cupa dello jihadismo nostrano. Due le regioni al momento interessate: la nostra Lombardia e Veneto.
A Brescia la situazione aveva portato alla ribalta delle cronache due vicende. Quella di Anas El Abboubi e quella di Mohamed Jarmoune.
A Milano, che dopo l’11 settembre del 2001 fu una delle città italiane in cui venne individuato il maggior numero di soggetti sospettati di essere terroristi islamici, inquirenti ed investigatori stanno effettuando un «monitoraggio costante» su possibili nuovi gruppi jihadisti e, da quanto risulta, hanno anche aperto tempo fa un fascicolo di inchiesta che vede indagati alcuni siriani. E tutto ciò in un periodo in cui, tra l’altro, i militanti del cosiddetto «Stato islamico» dell’Isis, attivi soprattutto in Iraq e in Siria, stanno reclutando anche combattenti in Europa.
In una relazione della Procura milanese si legge, infatti, che sono in corso «complesse indagini» con al centro il reato di terrorismo internazionale, anche se fonti qualificate hanno precisato che per il momento si tratta di accertamenti, avviati già da tempo, da parte delle «forze di polizia che mantengono alta l’attenzione sul fenomeno». Da quanto si è saputo, tra gli indagati in un fascicolo aperto quasi due anni fa ci sarebbero 4 siriani, tra cui Haisam Sakhanh che per oltre dieci anni ha vissuto a Cologno Monzese e che poi da oltre due anni ha fatto perdere le sue tracce.
Dopo aver reclutato combattenti, sarebbe partito per la Siria assieme ad altri connazionali. Le attività di analisi degli inquirenti e degli investigatori del Ros e della Digos si sono concentrate soprattutto sulla cosiddetta «radicalizzazione via web» di persone di origine straniera ma cresciute in Lombardia e che hanno abbracciato la causa della jihad.
Più concreta appare la minaccia fondamentalista di matrice veneta. La Procura distrettuale di Venezia ha iscritto nel registro degli indagati cinque persone, possibili fiancheggiatori della Jihad, con l’ipotesi di reato di associazione eversiva (270 bis). L’indagine è condotta dai Carabinieri del Ros e sarebbe legata alla vicenda di Ismar Mesinovic, il bosniaco residente nel bellunese morto in Siria all’inizio dell’anno in combattimento dopo aver aderito alla «guerra santa».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Condividi l'articolo
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato