Lombardia 2023, la lista della Lega col duplice obiettivo di vincere e superare gli alleati
È stata forse più dura del previsto, ma ora l’elenco è pronto e il rischio di depennamenti dell’ultimo minuto, per Brescia, è archiviato. Un lavoro che è stato ponderato e rifinito fino allo sfinimento, quello della composizione della lista della Lega, perché - come scandisce subito la segretaria provinciale Roberta Sisti - «la sfida che ci attende è importante» ed era necessario schierare una squadra «forte, di qualità, composta da persone riconosciute per la loro competenza dai nostri territori».
Lo declama guardando dritto negli occhi il presidente Attilio Fontana (ieri a Brescia) seduto alla sua destra, poco prima di introdurre i candidati infine prescelti, e il sottinteso di quello sguardo lo svela - una spicciolata di minuti più tardi - l’assessore al Bilancio Davide Caparini: per il partito di Matteo Salvini la giocata è doppia. Da un lato, c’è la riconquista del Palazzo sul quale il centrodestra vuole continuare a vedere sventolare la sua bandiera. Dall’altro, c’è «la necessità di ottenere un voto in più». Non solo rispetto al centrosinistra (ça va sans dire), ma anche rispetto agli alleati con i quali la sfida è sui rapporti di forza interni. Tradotto: se non arginare, almeno contenere l’avanzata spietata di Fratelli d’Italia.
Gli uscenti
Sisti elenca i successi: «La Lombardia è un modello virtuoso: è la prima regione per assunzioni, ha investito 4 miliardi per le infrastrutture, puntato sulla dote sport, messo sul tavolo 124 milioni per le politiche attive al lavoro, c’è grande attenzione alla disabilità e ai fondi per l’affitto, facendo la differenza per le nostre famiglie».
Fontana sfodera la galanteria e lascia sfilare sul red carpet per primi i candidati. Ci sono tutti gli uscenti: Floriano Massardi («sedere in Aula è un’esperienza straordinaria»), Federica Epis («abbiamo lavorato tanto con il territorio, ma bisogna proseguire perché migliorare è sempre possibile»), Francesca Ceruti («sono stati anni difficili, ma siamo sempre riusciti a fare squadra»), Francesco Ghiroldi.
Fra loro, il discorso più politico lo intavola Davide Caparini: «C’è un lavoro da concludere, perché abbiamo messo in campo tanti progetti e iniziative innovative, in alcuni casi rivoluzionarie: per questo abbiamo bisogno del supporto dei bresciani. C’è un miliardo e mezzo in più di programmazione comunitaria e siamo in lizza per accaparrarci nuovi progetti Pnrr perché abbiamo dimostrato di essere stati in grado di saper ben spendere, programmare e pianificare. Il tutto con una grande collaborazione con chi ci rappresenta a livello locale, perché il nostro territorio siamo noi. L’Autonomia passa attraverso la Lega e la Lega è Autonomia».
I debuttanti
Proprio Caparini è in pole per il ruolo da capolista insieme a Stefania Zambelli (il partito deciderà solo oggi chi capeggerà l’elenco): «In Regione - promette l’eurodeputata - porterò tutta la mia esperienza. In particolare sono molto attenta ai temi della disabilità: metterò in campo tutto il mio impegno».
A chiudere le candidature sono Michela Menghini, Renato Pasinetti («come l’Italia ricorda il piano Marshall, in futuro ricorderà il piano Fontana»), Gabriella Pe («l’ascolto al centro») e Cristian Quetti.
Le parole di Fontana
Infine, l’arringa di Fontana: «I rappresentanti della Lega sono o sono stati tutti amministratori del territorio. Sapranno portare avanti il modello Lombardia, ossia concretezza, voglia di fare, impegno e serietà, condivisione. Abbiamo le idee ben chiare su dove andare e cosa fare per rendere la Lombardia più forte». Più forte ma anche equa: «La sostenibilità è un punto imprescindibile: la nostra Regione - rimarca il governatore - deve essere connessa e fornire a tutti i territori la stessa possibilità di poter emergere. Per questo la Lombardia è grande, perché possono essere grandi tutti i territori e il vero valore aggiunto sono proprio i lombardi».
Il sipario cala rimettendo a fuoco il lavoro che separa i candidati dal giorno del voto: «Scarpe da ginnastica ai piedi e via, porta a porta, a raccogliere voti».
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