Lombardia 2023, a che punto è la scelta del candidato presidente

Solo una manciata di mesi fa sembrava impensabile. E invece il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, è il nome numero uno del centrodestra in vista dell’appuntamento elettorale dell’anno prossimo.
Un anno, il 2023, che intreccia più partite (nazionale, regionale e, per Brescia, anche locale con la fine del decennio contraddistinto dalla leadership di Emilio Del Bono) e al quale tutte le compagini stanno iniziando a guardare in chiave non solo strategica e di consenso, ma anche numerica. Perché proprio nella prossima chiamata alle urne debutterà il taglio dei parlamentari e con posti sempre più risicati la scelta del candidato o della candidata diventa ancora più rilevante. Non solo per leadership, ma anche (se non soprattutto) per le garanzie e gli accordi di chi, il prossimo anno, si troverà facilmente senza seggio. È anche in quest’ottica che le segreterie romane stanno ragionando, soprattutto nel centrodestra dove il moto dei transfughi non conosce sosta.
Centrodestra: un bis in stile Mattarella
A che punto siamo? Sul fronte del centrodestra regionale, le quote che vedevano come promettente un passaggio del testimone tra il presidente in carica e la sua vice, Letizia Moratti, franano drasticamente. Specie ora che è stata archiviata l’inchiesta sul presunto autoriciclaggio («non ci sono elementi sufficienti a sostenere l’accusa» ha chiarito il gip di Milano), sgonfiando di fatto così il «caso camici».
Il bis di Fontana potrebbe essere per il centrodestra una soluzione in stile Mattarella bis, ovvero l’unico nome capace di placare la concorrenza interna, di ricomporre la frattura tra Lega e Fratelli d’Italia e di fare «metabolizzare» i cambi di casacca, che verrebbero così ammortizzati all’interno di un campo di gioco neutro, ovvero la leadership uscente, unita sulla capacità di mediazione di Fontana. Una prospettiva, questa, che sposta la strategia delle candidature degli avversari.Centrosinistra: nuova strategia per vincere
Al di là del perimetro della coalizione (non è ancora chiaro se in Lombardia si ricalcherà il quadro nazionale dell’asse Pd-M5s), il centrosinistra è orientato a sfoderare un nome nazionale per tentare di strappare la Regione dall’egemonia di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Il nome del prescelto per ora non c’è, ma una rosa di candidature possibili sì, a descrivere il profilo dell’eventuale futuro avversario di Fontana. A partire da quella dell’economista ed ex direttore del dipartimento Affari fiscali del Fondo monetario internazionale, Carlo Cottarelli, fino ad arrivare a Bruno Tabacci, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con Mario Draghi. Questo orientamento (che ormai da tempo ha visto archiviato, ad esempio, anche il nome di Giuliano Pisapia) porta l’ipotesi di un sindaco a candidato governatore a uno scenario da «piano B».I diktat in vista di Loggia 2023

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