Loggia, dieci giorni per il dopo Rolfi

Sul tavolo di Paroli arriva il nodo della surroga del vicesindaco. Maggioranza senza numero legale in Consiglio comunale.
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Una maggioranza tesa che non riesce a garantire l'approvazione di una delibera della propria Giunta; un'opposizione che sceglie di far esplodere le contraddizioni degli avversari e che (tranne Laura Castelletti) esce dall'aula al momento del voto, contribuendo così al venir meno del numero legale su un provvedimento che pure riteneva per ampia parte condivisibile; una famiglia che ad un anno dalla presentazione della domanda non sa ancora se potrà o meno costruire un elevatore per l'abbattimento delle barriere architettoniche in un condominio di via Aleardi. Di più: la necessità, sul tema degli ascensori nelle vecchie case del centro, di aggiornare un regolamento edilizio non adeguato pur sapendo che il tempo a disposizione per farlo prima del voto di fine maggio è davvero poco.

Un Consiglio comunale faticoso quello di ieri. Palazzo Loggia si avvia ormai a chiudere la tornata amministrativa quinquennale rimanendo bloccato per oltre tre ore in ascensore (il provvedimento discusso e non approvato tornerà in ogni caso in aula per il voto con il consiglio del 5 aprile) proprio mentre sul tavolo del sindaco Paroli arriva ufficialmente il nodo politico della surroga del vicesindaco Fabio Rolfi: l'esponente leghista è stato eletto consigliere regionale, «una carica incompatibile per legge con quella di assessore» come hanno ricordato gli esponenti del Pd.
Toccherà ora allo stesso Rolfi (entro 10 giorni dalla proclamazione del 19 marzo) ufficializzare la sua scelta per l'incarico milanese, mentre toccherà a Paroli indicare il nuovo vicesindaco per quest'ultimo scampolo di tornata amministrativa. Dal gruppo leghista, al momento, non arriva un'indicazione univoca e la questione è politicamente tutt'altro che chiusa.

Per il resto il Consiglio comunale si era aperto ieri come di consueto con le interrogazioni. In discussione anche la vicenda della nuova sede del Comune agli ex Magazzini Generali, una sede «né unica né gratuita - hanno sottolineato Manzoni e Del Bono per il Pd - contrariamente a quanto la maggioranza cerca di sostenere». Rispondendo all'interrogazione, il sindaco Paroli ha confermato che il 19 marzo gli uffici comunali hanno avviato un accertamento sulla regolarità del pagamento, negli anni scorsi, di Ici e Imu sull'area degli ex Magazzini generali da parte della società Nau che sta realizzando l'intervento.

Seconda votazione a vuoto - intanto - per il nuovo statuto comunale nel punto in cui si occupa di quote rosa. Invariate le posizioni, con la minoranza che chiede di fissare parametri espliciti per la presenza femminile nell'istituzione e negli enti collegati e la maggioranza che ritiene che sia sufficiente il richiamo all'«obbligo della presenza di entrambi i sessi». Si rivota, ma stavolta a maggioranza semplice, nel prossimo consiglio.
Massimo Lanzini

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