Loggia 2023, Nini Ferrari in corsa: «Con FdI per Rolfi. Ticket? Io ci sono, sceglie la coalizione»

La ex consigliera: «Adesso serve il vero cambiamento per una città a misura di giovani e di famiglie»
Loggia 2023, Nini Ferrari si candida da indipendente con Fratelli d'Italia - © www.giornaledibrescia.it
Loggia 2023, Nini Ferrari si candida da indipendente con Fratelli d'Italia - © www.giornaledibrescia.it
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Ha scelto la via del silenzio fino all’ultimo, perché - spiega - «ho deciso di ascoltare tutti i progetti e le proposte, di approfondire e di riflettere prima di decidere: per questo non ho mai rilasciato dichiarazioni». Ma adesso che il dado è tratto - scandisce - «per la prima volta parlo io». Nini Ferrari, ex frontwoman di X Bs Civica e già consigliera comunale e provinciale, si candida da indipendente nella lista di Fratelli d’Italia a sostegno di Fabio Rolfi.

Perché ha scelto FdI?

Ho ascoltato tutte le persone che mi hanno chiesto un incontro. Alla fine ho scelto di candidarmi con FdI perché trovo Giorgia Meloni preparata, determinata e coraggiosa.

È una elettrice di FdI?

Sì, ho votato Meloni ed esercito il voto con la maggiore convizione possibile: l’idea di avere un premier donna è stato uno degli aspetti che mi ha convinto ad eleggerla, la ritengo un modello giusto per una classe dirigente che un partito come il suo deve costruire.

C’è un problema di classe dirigente?

Come tutte le compagini, e come già abbiamo visto in precedenza, quando i piccoli partiti crescono velocemente si pone oggettivamente sul tavolo un tema di classe dirigente. Ho incontrato il coordinatore Diego Zarneri e ci siamo confrontati sulla necessità per il suo partito di aprire a profili nella società civile. Peraltro mi ritrovo nell’area nella quale mi sono sempre collocata.

FdI non è propriamente un partito centrista-moderato, come si coniuga il suo civismo?

Il centro ormai da molto tempo fatica a trovare una sua collocazione: lo stesso progetto per il quale mi aveva chiamato Italia Viva si è liquefatto. Il centro ha dimostrato di non avere una forza sufficiente per trovare un proprio spazio. D’altro canto fatico a trovare oggi in FdI degli estremismi, leggo anzi un’apertura al mondo al quale appartengo.

Lei ha già lavorato con Rolfi nel 2008, poi è uscita dai partiti. Ora torna: cosa è cambiato?

Fabio è oggi una persona più matura e con grande esperienza, ha fatto un percorso che ha consolidato alcune sue prerogative positive: è un grande lavoratore, studia, sa lavorare in team e valorizzare le diverse professionalità, non si ritiene un tuttologo e questo è un punto di forza enorme. Sono convinta che sarà un ottimo sindaco.

Eppure ha pensato di candidarsi in alternativa a Rolfi, con Iv: come mai?

Ho ascoltato un progetto che mi è stato sottoposto da Gianbattista Groli e Guido Galperti. Poi Iv ha modificato quel percorso e deciso di stare con il centrosinistra, in modo piuttosto incoerente. È stato evidente che non potessero quindi essere dei buoni compagni di strada.

Il progetto con Iv prevedeva però lei candidata sindaco alternativa a Rolfi...

Sì, ma nella consapevolezza che difficilmente si sarebbe potuto vincere sulle due armate principali. L’idea era dare poi un apporto al secondo turno in termine di programmi.

Delusa?

In parte sì, ma escludo da questo Galperti che è l’unico ad essere stato sempre coerente. Se persone di lungo corso ti presentano una proposta, e se ne discute, si presuppone che quel progetto sia serio. Così non è stato.

La sua candidatura ufficializza il ticket Rolfi-Ferrari?

Io ho dato la mia piena disponibilità alla coalizione e penso di poter dare un buon contributo. Si definirà nelle prossime settimane la squadra che il centrodestra sta mettendo a punto. Insieme a Rolfi, Zarneri e alla coalizione si deciderà e comunicherà a tempo debito, non spetta a me farlo. Certo, se sarò indicata come vice non avrò problemi con la parola ticket, trovo anzi le fotografie in tandem molto radical chic e noi non lo siamo...

Quale la visione di città che vuole portare in campagna elettorale?

Penso a una visione di città e di comunità con il cambiamento come parola chiave. Siamo diventati una città solo per anziani, 20mila giovani se ne sono andati negli ultimi due anni e, da madre, dico che è un pugno nello stomaco e un fallimento di chi ha governato. A questo si aggiunge l’elevata insicurezza che non è solo percezione ma realtà, come le baby gang: non ci si deve fermare a una tendenza nazionale, bisogna invertire la rotta e ripartire e Brescia ha le carte giuste per poterlo fare. Non basta dire di voler essere una città europea e internazionale se poi si è bocciato il progetto del Campus universitario alla ex caserma Randaccio buttando via fondi e spazi. Non basta dire di volere una Brescia dinamica se non si creano le condizioni per trattenere i giovani: i punti di forza dai quali ripartire sono le Università e i servizi per le famiglie nella quotidianità, oltre che il lavoro.

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