Loggia 2023, le sei mosse di Brescia Attiva per una città sostenibile
La caratteristica chiave che secondo loro li rende un po’ la «casa madre» dell’ambientalismo sta nel contenuto: «La nostra - certifica Giovanni Mori - è un’agenda costruita sull’ambiente: la sostenibilità non è cioè per noi un punto del programma, ma l’architrave su cui si strutturano tutte le misure e le proposte attraverso le quali riorganizzare la città. È per questo che abbiamo scelto di candidarci: le nostre proposte sono la risposta alle preoccupazioni dei cittadini».
Tanti anni, ad onor del vero: lo certifica un volantino datato 1998 nel quale l’ex assessore Ettore Brunelli (tra i «grandi saggi» del progetto, insieme a Monica Frassoni) sollecita la pedonalizzazione del centro. «Loro» sono i candidati di Brescia Attiva, schierati nella coalizione di Laura Castelletti, e - per voce dei due capolista, Mori e Valentina Gastaldi - dicono: «Ora di ambiente parlano tutti, ma per dare soluzioni il tema non può essere parcellizzato e non tutte le voci sono credibili: viviamo tempi di facile propaganda e greenwashing».
E, infatti, auspicano un faccia a faccia: «Sarebbe interessante confrontarci su questi temi, che sono fin dal principio le sfide per le quali scendiamo in piazza da anni e su cui ci siamo fondati come lista». Del resto (non lo nascondono), il confronto è avvenuto anche all’interno della coalizione, dove l’intersezione tra la loro agenda e quella presentata da Castelletti non è stata integrale.
Quali le azioni tradotte in impegni dall’intera squadra dunque? Accelerare sulla meta emissioni zero entro il 2035 attraverso la raccolta differenziata spinta porta a porta, la diversificazione dell’approvvigionamento energetico del teleriscaldamento e almeno una comunità energetica rinnovabile in ogni quartiere. Quindi la bonifica e il recupero dei terreni contaminati dentro e fuori dal Sin Caffaro; realizzare la strategia 3, 30, 300: tre alberi visibili dalla finestra per ogni abitante, 30% di superficie verde per quartiere e una zona verde a 300 metri da ogni abitante e, infine, l’idea di «città dei 15 minuti», vale a dire riportare i servizi vicino alle persone.
Rispetto al Termoutilizzatore quale la visione? Bs Attiva non ha dubbi: «Si deve ragionare in ottica di obiettivi: ridurre il numero di rifiuti e ridurre la CO2 in atmosfera». Che tradotto significa «intanto usiamolo, ma si deve stabilire un cronoprogramma per la dismissione», perché «al momento stiamo bruciando molti più rifiuti di quanti ne servano per riscaldare le case» (l’«esubero» è di circa 300mila tonnellate). La coalizione ha detto sì? «Ha detto "ne discuteremo"» confermano Mori e Gastaldi. Ma quanto il nostro programma di lista inciderà sull’azione amministrativa dipenderà dal consenso raccolto». Come a dire: ogni voto agli attivisti di piazza «prestati» alla politica, è un passo in più verso «giustizia ambientale e sociale».
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