Loggia 2023, la Lega rivendica la leadership: «Subito al lavoro»
Qualcuno, che di esperienza alle spalle ne ha parecchia, lo dice fuori campo, da spettatore, ma in modo cristallino: «Il momento è adesso e con lui, altrimenti la città non ce la riprendiamo più». Il «lui» a cui si riferisce è Fabio Rolfi: assessore regionale all’Agricoltura, un cursus honorum da militante doc nel Carroccio, dal centrodestra territoriale già acclamato da tempo come candidato sindaco per Loggia 2023.
Ieri mattina sulla carta la scena non era veramente sua, ma inevitabilmente lo è diventata: nella sala San Paterio del Museo Mille Miglia, mentre andava in scena il congresso cittadino che ha sancito il passaggio del testimone tra Matteo Rinaldi (in carica ormai da un decennio) e il neosegretario Michele Maggi, Rolfi è stato di fatto il protagonista in borghese. Perché il punto è questo: che l’appuntamento elettorale dell’anno prossimo sia davvero «l’ultima chiamata» (citazione letterale) per fare scacco matto in città, soprattutto all’interno della Lega, lo sanno bene.
Equilibri
Con parole diverse, ma altrettanto incisive, lo dice anche il coordinatore regionale, Fabrizio Cecchetti: «La Lega rivendica totalmente la possibilità di esprimere il candidato sindaco, Brescia non è una scacchiera. Partiamo prima, con tempi concreti a lavorare». La rivendica in questo momento più che mai, anche perché i numeri non si possono negare, sono solo da leggere: nel centrodestra è Fratelli d’Italia il partito in espansione. E se è vero, come tale, che regna ancora un gran caos e che il riassetto interno si sta trascinando ormai da mesi, è altrettanto vero e prevedibile che questo limbo non potrà durare ancora a lungo.
Insomma, per quanto i partiti non amino ammetterlo in periodo elettorale, alla fine, i conti si fanno sui consensi, sui voti che delineano i ruoli: il partito di Giorgia Meloni, nonostante ciò che ripete il commissario regionale, in questo momento per il capoluogo non ha nomi di punta reali che possano seriamente correre per vincere. La Lega, stando al sentiment di tutto il centrodestra territoriale (incluso il livello territoriale di FdI), sì.
La riprova arriva anche dalle parole pronunciate proprio ieri - durante l’appuntamento - dal segretario provinciale uscente di FdI: Gianpietro Maffoni, presente, non ha consumato lo strappo. Anzi: «A Brescia dobbiamo presentarci forti, uniti e la forza vera è l’unità: il candidato lo troviamo insieme».
Il discorso del re
Sul palco, oltre al segretario cittadino di Forza Italia, si sono alternati anche i rappresentanti di Azione e di Italia Viva, a dimostrare - per la prima volta nella storia della Lega - «l’apertura al centro», se non in termini di alleanza almeno in termini programmatici. Rolfi la sua disponibilità non la rende ancora esplicita, ma non si tira indietro sulla linea da adottare da subito: «L’elettorato - scandisce bene, a far capire che il confronto a tu per tu con il territorio è già in atto da tempo - pensa che si debba decidere alla svelta, che si debba individuare per tempo un percorso e questa è l’occasione per costruire una coalizione della città aperta a tutte le forze rimaste sinora in disparte, aperta all’associazionismo e alla qualità delle idee. È così, con l’ascolto quotidiano, che si costruirà il programma e l’obiettivo è alzare il livello e costruire rapporti nuovi». Insomma, «subito al lavoro».
In che modo lo accenna il neosegretario cittadino, Michele Maggi: «È già in agenda una serie di incontri nei dipartimenti, nei quali saranno approfondite diverse tematiche. Attenzione al commercio, alle associazioni e ai giovani: ci vogliono pragmatismo e buon senso, come da classica tradizione leghista». Perché - conclude Maggi - «la posta in gioco non è mai stata importante come lo è in questo momento la sfida del 2023». Appunto.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato