Loggia 2023, il punto sulla sostenibilità ambientale

Gli studenti dell'Università Cattolica analizzano le diverse sfide della sostenibilità che definiranno il futuro delle nostre città
Cittadini bresciani al voto i prossimi 14 e 15 maggio
Cittadini bresciani al voto i prossimi 14 e 15 maggio
AA

Fra i temi al centro dell’attenzione dei bresciani - anche in vista delle elezioni amministrative cittadine del 14 e 15 maggio - c’è senza dubbio l’ambiente, come ha anche recentemente mostrato il sondaggio realizzato da Ipsos per il Giornale di Brescia. Nei propri programmi elettorali tutti i candidati sindaco hanno espresso la volontà di un approccio più verde. Ma qual è lo stato di salute ambientale della città oggi? Di una situazione complessa abbiamo provato a isolare alcuni punti specifici. Vediamoli.

L’aria e l’acqua

A destare preoccupazione è innanzitutto la qualità dell’aria, il cui livello di inquinamento per le polveri sottili è certificato anche dalle agenzie internazionali. C’è comunque una speranza connessa al miglioramento generalizzato dell’aria lombarda negli ultimi anni, i cui principali agenti inquinanti individuati dall’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) sono: l’utilizzo di solventi e combustibili fossili, le emissioni biogeniche e da attività agricole, l’utilizzo di legna nel riscaldamento domestico. Sullo stato di salute dell’aria e sulle cause di inquinamento opera, tra gli altri, un Osservatorio promosso dal Comune. Il tema della qualità dell'aria è strettamente intrecciato all'emergenza per il clima, che è balzata al centro della discussione mondiale.

Per saperne di più, può essere utile consultare i materiali che il Comune di Brescia ha prodotto nell'ambito del Paesc (Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile e il Clima) che trovate in allegato a questo articolo.

In una situazione di crisi idrica, come quella dell'ultimo periodo, anche l’acqua desta preoccupazioni (alcuni dati sono frutto dell’attività dell’Osservatorio acqua bene comune. Sappiamo che a livello morfologico, geologico e idrico, il territorio della provincia di Brescia presenta una conformazione territoriale molto varia, che attualmente, per quanto in crisi, riesce ancora a supportare il fabbisogno idrico della zona. In sintesi, nel Bresciano si possono individuare diverse fonti di acqua che devono rimanere periodicamente monitorate per poter continuare a corrispondere alle necessità dei cittadini.

La mobilità

Un'immagine di come sarà il tram in via Mazzini - © www.giornaledibrescia.it
Un'immagine di come sarà il tram in via Mazzini - © www.giornaledibrescia.it

Il 15 Marzo 2018 il comune di Brescia ha approvato il Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), in cui l’impegno è rendere il trasporto pubblico locale più efficiente ed ecologico mediante una serie di opere pubbliche.

Nel corso degli anni, l’ampliamento della metropolitana in direzione San Vigilio di Concesio (verso la Valtrompia) e nell’area della Valsabbia in direzione Roè Volciano (zona est della provincia) sono state solo alcune delle ipotesi messe sul tavolo per aprire anche all’esterno dei confini cittadini le linee di trasporto ecologico connesse alla città.

Oltre alla metropolitana, è stato anche anticipato rispetto ai piani del Pums il primo finanziamento per la creazione di una linea di tram che possa supportare la zona ovest della città, percorrendo una tratta che permetta ai passeggeri di raggiungere dal quartiere Fiumicello la stazione ferroviaria e la Fiera.

Ne abbiamo parlato con il giornalista del GdB, Davide Bacca, che da anni si occupa di trasporto pubblico.

Sostenibilità ambientale: l'intervista degli studenti UniCatt a Davide Bacca / 1

Durante questa amministrazione, poi, sono state approvate una serie di progetti che spazia dal bike sharing al car sharing, con un ampliamento del progetto Bicimia anche ai quartieri più esterni rispetto al Ring centrale e l’ottenimento di un progetto che permetta l’acquisizione di una macchina completamente elettrica a tempo.

Per favorire una scelta ecologica anche per gli abitanti delle aree extraurbane, è stato approvato un piano che prevede la costruzione in città di 128 stalli per i mezzi elettrici entro fine anno, consentendo una maggiore capillarità del servizio.

Il caso Sin-Caffaro

La questione Caffaro, legata all’omonima industria chimica operante a meno di un chilometro dal centro storico e tristemente celebre per i danni arrecati all’ambiente cittadino, non passa certo inosservata parlando di ambiente a Brescia. La Società per l’Industria Chimica ed Elettrochimica Caffaro approdò a Brescia nel 1906, nell’odierna Via Milano, come produttrice di soda caustica, composto chimico indispensabile per la creazione di saponi, tessuti e della carta, che sprigiona cloruro di mercurio, perborato di sodio e Pcb.

Lo stop definitivo alle produzioni arrivò solo nel 2001, quando analisi sul latte vaccino locale congiunte a report autonomi dell’azienda evidenziarono un’altissima concentrazione di Pcb, sottolineando come la dispersione di agenti inquinanti nell’area avvelenò gravemente terreni agricoli, falde acquifere, bestiame e abitanti dei 700 ettari circostanti. Da questo momento, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio trasformò l’area in Sito di Interesse Nazionale nel 2002, dando il via a ordinanze di sequestro, messe in sicurezza, piani di bonifica e monitoraggi periodici.

Nel corso degli anni le bonifiche, pur avviate, risultano complesse e costose. Quanto fatto finora non può essere considerato sufficiente. A queste difficoltà si intreccia il fatto che sulla stessa area opera la società Caffaro Brescia - azienda del tutto distint da quella storica - specializzata nella produzione di clorito di sodio. Parallelamente alla sua attività industriale, la Caffaro Brescia è stata chiamata ad attivare la barriera idraulica che previene l’inquinamento da cloro della falda a valle. Difficoltà societarie e stop nella produzione, però, ora mettono a rischio anche questo presidio.

 

Per quanto riguarda la contaminazione da Pcb, nel 2018 si progetta una nuova bonifica del sito, volta a recuperare le aree coinvolte a valle dell’azienda, come già fatto con parchi pubblici quali Parco dei Maggiolini o Campo Calvesi. Tuttavia il grave inquinamento di terreno e falda acquifera e il risanamento dell’intera area restano questioni ad oggi per ampia parte irrisolte.

Il Termoutilizzatore A2A

Una delle questioni che in città ha causato ampie discussioni è quella connessa al termoutilizzatore di A2A.

L'impianto consiste in un inceneritore di rifiuti, provenienti naturalmente anche da fuori città, che converte il calore prodotto dal processo in una fonte utile per rifornire i riscaldamenti privati dei cittadini, attraverso una serie di condotti che giungono a diverse aree di Brescia. Oltre al calore, poi, il sistema è utile anche per produrre energia elettrica, ceduta alla rete nazionale per rifornire gli utenti.

Il termoutilizzatore di via Malta - Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it
Il termoutilizzatore di via Malta - Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it

Le preoccupazioni dei cittadini sono sorte soprattutto alla luce di report che citano Brescia come una delle città più inquinate del continente. Il termoutilizzatore ha un peso su questo inquinamento? E in che misura?

Una serie di studi pare finora scongiurare ipotesi allarmanti: diversi rapporti hanno dimostrato come il termovalorizzatore non sia per nulla considerabile tra i principali inquinanti dell’aria cittadina e hanno sottolineato come l’impianto non rappresenti un rischio significativo per la salute dei cittadini. Sul tema da anni opera - tra gli altri - un Osservatorio comunale composto da esperti ed ambientalisti.

Su questi temi abbiamo sentito la voce del professor Paolo Vitale.

Sostenibilità ambientale: l'intervista degli studenti UniCatt al prof. Vitale

Ora tra gli obiettivi che A2A c’è l’ulteriore riduzione di combustibili fossili, attraverso diverse linee di intervento: il riutilizzo di calore prodotto da alcune grosse aziende siderurgiche operanti in città come Alfa Acciai e Ori Martin, la completa decarbonizzazione della storica centrale caldaia di via Lamarmora, l’installazione di nuovi impianti filtro nel camino del Termoutilizzatore che consentano un ulteriore recupero di calore.

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato