Loggia 2023: donne e politica, sfida tra tacchi e pantofole

La passeggiata sui tacchi di Brescia Davvero scatena le polemiche: «Sessista». «No, indice di libertà»
  • Due manifestazioni contrapposte in piazza Vittoria
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La campagna elettorale per la Loggia corre sul tacco dodici. E su un paio di pantofole. Non è facile ironia perché lo stiletto e la pantofola domenica sono letteralmente scesi in piazza, per l’esattezza in piazza Vittoria, per due iniziative contrapposte: la prima organizzata da Brescia Davvero, la lista civica a sostegno di Fabio Rolfi; la seconda da Brescia Attiva, che sostiene Laura Castelletti. 

La civica pro Rolfi ha organizzato l’iniziativa «Passeggiata sui tacchi» - conclusasi poi in scarpe da ginnastica sotto la statua della Bella Italia - per sostenere «l’empowerment femminile e l’affermazione delle donne, ma anche testimoniare come partano da posizioni meno semplici, simboleggiate pure dal doversi destreggiare sui tacchi». Brescia Attiva, ha risposto con un presidio in pantofole, per dire «siamo contro ogni stereotipo di genere. Non è il tacco il problema, è ridurlo a uno stereotipo femminile». 

L’iniziativa

La «Passeggiata sui tacchi» ha acceso polemiche (soprattutto social) con dichiarazioni per le quali l’iniziativa veicolerebbe un’immagine «sessista e stereotipata» della donna. «Se il tacco è stato strumentalizzato e visto come simbolo di sessismo non è un problema nostro - replica lapidaria Arianna Todeschini, capolista di Brescia Davvero -. Il tacco per noi è simbolo di libertà e di empowerment femminile, non solo perché salendo sui tacchi le donne acquisiscono autostima ma anche perché il loro sapersi destreggiare, sui tacchi o con le scarpe da ginnastica, tra lavoro e famiglia è testimonianza della dedizione e della forza delle donne. Come lista proponiamo servizi a sostegno delle donne, mamme e lavoratrici e di attenzione alle persone fragili».

Numa Sbaraini, coordinatore di Brescia Davvero, aggiunge: «La strumentalizzazione ci è spiaciuta molto. Inoltre le ragazze, mentre distribuivano i volantini dell’iniziativa al Carmine, hanno ricevuto insulti e minacce velate per strada. Se questo è un segnale della politica che dice di voler cambiare non fa per noi». Carlo Fazzari, portavoce di Brescia Davvero sottolinea: «Mi spiace molto questo attacco alle donne da altre donne. Sono attacchi che non hanno capito il senso dell’iniziativa. Vogliamo proprio trasmettere la libertà di scelta delle donne». 

Il contro flash mob

Brescia Attiva è però stata subito critica, organizzando un contro flash mob «in pantofole». «Non si può fare un’iniziativa di questo genere per l’empowerment femminile, non nel nome delle donne - spiegano Valentina Gastaldi e Giovanni Mori -. L’immagine che la lanciava, gambe con i tacchi staccate dal resto del corpo, è un classico delle pubblicità sessiste. Il senso del nostro essere in pantofole è “siamo comode nella nostra identità a prescindere dal genere e da come ti identifichi". Nel nostro programma si parla anche di Brescia femminista, ovvero politiche attive di genere, sostenendo l’imprenditoria femminile, rilanciando l’attività dei consultori, delle case rifugio e dei centri di ascolto per uomini violenti». 

Stereotipi

Critica anche Caterina Avanza, capolista di Azione - Italia Viva - Più Europa. «Innanzitutto l’immagine utilizzata per la manifestazione è controproducente: due gambe di donna assolutamente perfette, con tacchi a spillo e minigonna - rimarca ricordando anche le proposte della sua lista a sostegno delle donne, tra cui il bilancio di genere, investimenti sulla sicurezza e anche l’idea della tata di quartiere - . Molti studi, da anni, dimostrano che queste immagini finte, ritoccate da photoshop, hanno effetti molto negativi sulle giovani donne. Se almeno chi si candida a dirigere una città importante come Brescia uscisse dagli stereotipi, sarebbe già un passo avanti».

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