Loggia 2023, Del Bono: «I candidabili sono Castelletti, Manzoni e Muchetti»
La situazione è conviviale: clima rilassato, il pomeriggio di festa di fronte, un contesto tutto sommato familiare: «In questo posto venivo sempre da ragazzo a fare le consegne del pane quando ancora era una vecchia cascina». La voce è quella del sindaco Emilio Del Bono, che sa bene di trovarsi in un anno particolare: sono, questi, i dodici mesi ponte che traguarderanno nei seggi per designare il futuro sindaco di un capoluogo che lui sta amministrando da nove anni e che sa, nel 2023, di dover «lasciare andare». La regia da primo cittadino non sarà più sua, ma la sfida di una coalizione in cui ha creduto e crede ancora, quel «partito della città a vocazione civica», sì. È una responsabilità che sente e che vuole: «Sarò molto presente in campagna elettorale per sostenere la candidata o il candidato»: chiunque giocherà da capitano, insomma, la benedizione del sindaco l’avrà.
Del Bono non sarà in lista («io candidato in città? No» dice), ma indossa gli abiti del regista, nei fatti, da subito. In che modo lo chiarisce senza fronzoli: «Dalla prossima settimana farò una serie di incontri bilaterali, quindi presi singolarmente, con le liste che sostengono l’attuale coalizione in Loggia insieme ai rispettivi rappresentanti dei partiti di riferimento».
Al partito
Lo fa con garbo («il mio compito non è sostitutivo a quello dei partiti della coalizione, ma può essere utile per indirizzare bene il passaggio elettorale»), ma - di fronte a un vuoto palpabile, di cui in molti si lamentano - lo fa. E un messaggio, neppure troppo edulcorato, lo invia pure alla segreteria provinciale, che ha convocato per questa sera l’incontro Dem: «La partita si giocherà a livello cittadino, perché ogni comunità locale ha le proprie peculiarità. Il tavolo provinciale non sceglie il candidato della città». Un po’ come a dire al provinciale di stare al suo posto, in sostanza.
Tre nomi
Non è un segreto che il sindaco sia convinto che il testimone della sua leadership debba essere passato all’interno della squadra di Giunta: «Quando si governa, la guida politica da designare per il mandato successivo è di continuità. Credo che la candidatura a sindaco per il 2023 sia da scegliere nel perimetro della Giunta perché questi dieci anni non sono figli solo del sindaco, ma di una squadra che ha ben governato. E vedo degli ottimi assessori che possono essere ottimi sindaci. Sapremo individuare il candidato o la candidata sindaco». Lo ripete più e più volte quel femminile: candidata.
Le tre opzioni che circolano - lo certifica - «sono i nomi veri, tutti competitivi e di alto profilo: Laura Castelletti, Federico Manzoni e Valter Muchetti e li dico in ordine alfabetico per non far torto a nessuno» ironizza, ma neppure troppo visto il clima di fermento che via via si sta facendo più frizzante. Sì, c’è anche la sua vice, Castelletti, che non ha mai risposto in modo netto né sì né no: «Credo che di fronte a una richiesta della coalizione nessuno si tirerebbe indietro» conferma il numero uno di Palazzo Loggia, avvallando così la lettura che la conditio sine qua non della leader di Brescia per passione sia quella dell’unanimità sul suo nome. Si cancella del tutto, così, l’alternativa di un nome esterno, dal profilo tecnico.
Il metodo
Come si arriva alla scelta? Del Bono non esclude alcuna strada: il dibattito interno al tavolo di coalizione è una, ma c’è pure l’opportunità di verificare il consenso attraverso i sondaggi, «così da misurare chi è elettoralmente il più forte». La terza, non per importanza, si chiama primarie: «Non sono per nulla contrario alle primarie - sottolinea il sindaco -: io stesso le ho fatte. La cosa più importante è dare un duplice messaggio: si continua il buon governo e si è uniti». Sta qui, soprattutto, la continuità di cui parla: quel soft power attraverso il quale «abbiamo fatto scelte radicali, ma senza inutili radicalismi».
Il fattore tempo, poi, il primo cittadino è convinto che sia un problema relativo: si tratta di tre candidati «arcinoti, non di tre sconosciuti», anche se una deadline c’è: l’ufficializzazione del candidato o della candidata (repetita iuvant, per l’ottava volta) ci sarà entro l’autunno. Del resto, «è chi sta in opposizione che deve accreditarsi, non chi siede in maggioranza». Maggioranza attuale dalla quale si riparte, senza cambiamenti: e il M5s? Per ora non c’è, ma sarà un fronte che dovrà valutare il candidato (o la candidata) designato (o designata).
Gli avversari
Regionali
La Loggia farà il suo corso e il totonomi è iniziato già da mesi. Ma per Del Bono quale futuro c’è? «Io non sono più in carriera, non vado cercando una sorta di riconoscimento. Capisco che questa passione politica ce l’ho ancora, non mi è sparita, per cui se ci saranno le condizioni per poter fare ancora qualcosa di buono per il nostro territorio lo farò. Cosa, lo vedremo in autunno». Sul dove, invece, si può azzardare un orizzonte regionale: «Non escludo un impegno in Lombardia, purché sia in un gioco di squadra per il mio territorio».
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