Loggia 2023, Brescia Attiva: «Serve un piano su larga scala per migliorare l’aria»

Città a zona 30, bus elettrici, strade scolastiche pedonali e ciclabili più sicure
Giovanni Mori e Valentina Gastaldi - © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Mori e Valentina Gastaldi - © www.giornaledibrescia.it
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Una Brescia «verde, giusta e sicura». Sono le tre parole chiave del programma elettorale di Brescia Attiva. Giovanni Mori e Valentina Gastaldi, portavoce e candidati della lista che sostiene Laura Castelletti, lo ripetono seduti su una panchina di via Veneto. E non è un caso: «La riqualificazione di questa via è l’esempio della città che vorremmo - premette Mori - . Una città verde che metta al riparo dalle ondate di calore e permetta alle persone di muoversi in modo sicuro.

Risponde anche all’allarme lanciato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente sulla cattiva qualità dell’aria in Pianura Padana e soprattutto a Brescia. Una condizione ormai cronica. Servono soluzioni rapide e strutturali a livello di Comune, ma non solo». Gastaldi sottolinea: «È importante tornare sull’argomento. Spesso esce la notizia ma poi si va avanti come se nulla fosse. Pensiamo che non ci si debba arrendere a vivere con un’aria inquinata».

Programma

Brescia Attiva ha proposte su larga e piccola scala «per accelerare il risanamento dell’aria e migliorare il benessere delle persone nella nostra città». «Una città a “zona 30”, rilanciare sul trasporto pubblico, sostituire gli autobus a metano con autobus elettrici, realizzare corsie preferenziali per i mezzi pubblici, monitoraggi dell’inquinamento davanti alle scuole, strade scolastiche pedonali, rendere le strade ciclabili e sicure sul modello di Parigi - ricorda Mori - . Il centrodestra parla di sostenibilità ma una delle prime cose che fece Rolfi da vicesindaco fu togliere le Lam, le corsie preferenziali per gli autobus».

Gastaldi aggiunge: «Proponiamo la realizzazione di comunità energetiche nelle scuole, avvicinando al tema i più piccoli, i cittadini di domani». I settori responsabili del problema, rammenta Mori, «sono quattro. Gli impianti domestici e industriali che usano fonti fossili o di combustione di rifiuti come il termovalorizzatore, i trasporti stradali, l’agricoltura e la zootecnia intensiva, altre emissioni industriali. Brescia scarica reflui agricoli per quindici milioni di abitanti equivalenti. Toccherebbe alla Regione regolamentare la questione, e Rolfi, da assessore regionale all’Agricoltura, si è sistematicamente rifiutato di adottare ogni tipo di rafforzamento di controlli e regole più stringenti».

Gastaldi conclude: «Bisogna ampliare la pedonalizzazione della parte centrale della città. Nel programma del centrodestra si parla di piantumazione degli alberi, ma senza un piano preciso e di riaprire alcune aree alle auto. Non affronta il tema del trasporto privato, una delle cause di questi problemi. Rolfi ignora completamente e volontariamente l’elefante nella stanza».

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