Lo studio: «Linfomi non Hodgkin, oggi nessuna relazione col Pcb»

È quanto emerge dal quinto rapporto Sentieri Airtum relativo ai residenti nel sito di bonifica di interesse nazionale Brescia Caffaro
PCB E TUMORI, OGGI NON C'E' RELAZIONE
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Non esiste oggi per i residenti nel sito di bonifica di interesse nazionale Brescia Caffaro una correlazione tra l’insorgenza del linfoma non Hodgkin e il Pcb.

Questo, va detto, non esclude però che l’associazione tra la comparsa del tumore e la presenza dei policlorobifenili nel sangue ci sia stata in passato.

È quanto emerge dal quinto rapporto Sentieri Airtum elaborato dal reparto di Epidemiologia ambientale dell’Istituto superiore di Sanità in collaborazione con l’Ats di Brescia presentato in un convegno nella sede dell’Agenzia di tutela della salute.

I dati sono relativi allo studio su linfoma non Hodgkin, melanoma e Pcb le cui risultanze confermano l’associazione del linfoma NH con l’epatite C e B, ma non con i Pcb. Per lo studio sono state reclutate 215 persone simili per età e sesso, che si aggiungono a quelle, residenti nell’area Caffaro, che dal 2001 sono costantemente monitorate dall’Ats di Brescia: erano circa 160 all’inizio dell’indagine, oggi sono un centinaio.

È stato inoltre condotto uno studio di monitoraggio del Pcb nel latte materno tra il luglio 2016 e il luglio 2018 con il reclutamento di 41 donne. L’Istituto superiore di sanità ha evidenziato nelle donatrici residenti a Brescia concentrazioni di diossine e Pcb superiori a quelle delle donatrici residenti in altre aree.

Infine è stato dimostrata la costante riduzione della presenza di Pcb nel sangue, calcolata in circa il 6% in meno ogni anno. Un risultato dovuto all’attività di prevenzione messa in campo dal 2001 dall’Ats di Brescia con il sequestro dei campi agricoli a sud della Caffaro e blocco della catena alimentare.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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