Lo stambecco di pianura

Le soddisfazioni che allietano la vita
Stambecchi - © www.giornaledibrescia.it
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Le zucche mi stanno dando grandi soddisfazioni. Facendo scorta di quanto imparato negli anni scorsi, ho messo a dimora ben dieci piante: qualche curcubitacea, mi sono detto, la dovrò pur raccogliere. La mia speranza non si è ancora avverata (dovrò attendere almeno settembre), ma i frutti sono già ben visibili. Una, in particolare, mi sta regalando grandi e inattese emozioni. Ha la forma di una grande arachide e (mentre scrivo) ha raggiunto i sessanta centimetri di lunghezza. Da una mia stima peserà almeno cinque chili, sempre al momento in cui scrivo.

Molto rigogliose anche le loro piante che crescono impetuose lungo i fili dove si stendono i panni: un vigoroso cammino. Un po’ come quello compiuto da me. Da alcuni anni non mi inerpicavo lungo i sentieri montani, è stata una mia grande passione di gioventù poi accantonata. Arrivato a 46 anni ho pensato: in fondo sono ancora giovane, si può ripartire. Ho scelto come meta il rifugio Bozzi, sopra Ponte di Legno. Con me un amico. Siamo partiti dalle case di Viso, un luogo che fa bene all’anima: andateci se potete. Nonostante il sole cocente ho guidato il cammino, il passo costante e deciso. Nessuna attenzione per il sudore che mi imperlava la fronte e mi infradiciava la maglietta. Arrivati a oltre 2.400 metri avevo ancora la forza di scorazzare in un piacevole torrente.

Tanto che il mio amico mi ha detto: sembri uno stambecco. Che orgoglio. E poi il ritorno, con che leggerezza ho ripercorso il sentiero. Nessun dolore, nessuna vescica. Una lezione di vita per chi mi accompagnava. Preferisco però non dirvi chi era, di certo vi darebbe tutt’altra versione.

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