L'Italia che guarda... la lite per il tiramisù in tv

Le grandi responsabilità della vita passano anche dal Grande Fratello e dalla coltivazione di pomodori e zucche
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Nel mio orto tutto è messo a dimora. Dopo aver tolto tutte le erbacce, dopo aver vangato, dopo aver scelto cosa coltivare, insomma: dopo giorni di intenso lavoro il mio orto è ora potenzialmente pronto a diventare meraviglioso. Le piantine di pomodoro sono alte pochi centimetri ma hanno già dei piccoli San Marzano che preannunciano una pummarola da leccarsi i baffi. E poi loro, le regine del mio orto: le zucche, muovono i primi passi ma sono certo che andranno molto lontano. Curare l’orto è ormai per me una grande responsabilità, la mia coltivazione è d’esempio per i vicini.

E quando si diventa un esempio non si scherza più. Lo ha spiegato bene Barbara d’Urso ai morti di fama che vivono nella casa del Grande Fratello: «Tutta l’Italia vi guarda, dovete essere un esempio». Caspita. All’origine dell’intemerata la lite per un bicchierino di tiramisù. Una concorrente voleva mangiarlo da sola, gli altri erano per una degustazione condivisa. Apriti cielo. Liti, spintoni, uno che si mette davanti al frigo, urla e strepiti come neanche all’asilo Mariuccia. Ma quella è la «casa» e, appunto, bisogna essere d’esempio. È arrivata quindi la reprimenda di Cristiano Malgioglio vestito come al peggior carnevale di paese, un non esempio estetico. Simona Izzo ha citato il Talmud, testo sacro dell’ebraismo, apparendo appropriata come un invitato che parla di coniglio alla cacciatora a una cena di vegani. E i ragazzi a ribattere che il tiramisù lo avevano fatto loro e quindi decidevano loro quando mangiarlo. D’esempio e con valori solidi. Senza paura del ridicolo. L’Italia ci guarda

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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