Liste civiche, «grandi manovre» in vista di Loggia 2018
Quella che siede oggi in Consiglio comunale è l’assemblea municipale più «esplicitamente» civica di sempre nella storia della nostra città. A destra come a sinistra, le compagini del civismo hanno dovuto rintracciare il giusto «incastro» con la struttura dei partiti tradizionali. Nel dialogo di maggioranza - dove tutto sommato le crepe sono state limitate dal confronto «amministrato» da un massiccio, numericamente parlando, Pd - e nell’assetto «di controllo» del mandato delle opposizioni, più frastagliate e - proprio per questo - a volte meno incisive.
Il tutto, con un minimo comune denominatore: l’appoggio - o il distacco - delle civiche è sempre leale ad un programma e non ad un partito. Strategia, questa, che lascia uno «spazio» essenziale a queste forze: quello per mantenere la propria indipendenza, nel merito e nel metodo.
Proprio da qui, da quello «spazio» e da quell’impronta che tracciano in un tempo stesso indipendenza e identità, il mondo che «scansa» formalmente i partiti comincia ora a rimettere in moto la propria macchina, volgendo lo sguardo ad una più vicina chiamata alle urne per Loggia 2018. I motori, nel rapporto con la città, vanno scaldati. Ma è tempo anche di analisi e di prove generali in vista degli assetti definitivi attraverso i quali mantenere la fiducia accordata e, possibilmente, conquistarne di nuova.
In questo quadro - ma più che altro sulla base di comuni prospettive e visioni - è nato il confronto tra Piattaforma civica e X Bs civica, in un processo «extra Consiglio» che ha dato vita a Polo civico. Nini Ferrari e Francesco Onofri hanno, da un lato, cercato di rintracciare una prospettiva comune. D’altro canto, Onofri ha dichiarato (sul suo blog se ne trova traccia) che riteneva opportuno «un solo mandato di cinque anni» in Loggia. E ora pare che il mosaico tra la «fusione intellettuale» delle due civiche vicine al centrodestra e le parole iniziali di Onofri stia trovando in qualche modo un incastro che si può delineare «di coerenza». Non è da escludere che il fondatore di Piattaforma civica scelga di non ricandidarsi nel 2018, restando alla regia di quella stessa Piattaforma civica fuori dal Palazzo, ma consegnando il testimone «fiduciario» dentro la Loggia proprio a Nini Ferrari.
Dall’altra parte, c’è Brescia per passione: Laura Castelletti, che ricopre la seconda carica della città, non potrà più correre da indipendente per il ruolo di sindaco. Il tandem con Del Bono ha funzionato e, se sarà ufficializzato il secondo mandato, sarà riproposto sin da subito agli elettori. Con una precisazione: alla lista, e quindi alla propria identità, Bspp non rinuncerà. Una strada, quella dell’incontro con la città, cui sta lavorando anche la Civica per Del Bono: il desiderio è di non sovrapporsi con gli alleati, segno che l’ingranaggio di questi anni ha convinto. In questo caso, però, la fiducia - e Alessandro Cantoni lo esplicita chiaramente - è «verso questo sindaco, Emilio Del Bono, e verso il suo programma». Come a dire: la civica esiste ed esisterà a queste condizioni, con questa guida. Del resto è nel dna di questa compagine, che lega la sua «fondazione» al nome di un candidato e non solo ad intenti condivisi. L’attesa, in questo caso, è solo una: l’ufficializzazione della ricandidatura di Del Bono.
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