L'infarto fa paura, ma calano le vittime
Si allunga l'aspettativa di vita e l'invecchiamento della popolazione porta con sé un deciso incremento delle patologie croniche, soprattutto cardiovascolari, ma nel complesso migliora la loro presa in carico e il rischio che sfocino in episodi acuti e letali si riduce drasticamente.
È quanto emerge dall'analisi condotta dall'Ats di Brescia sulla popolazione assistita, poco meno di un milione e 200mila persone. Diverse le ragioni che hanno inciso, negli ultimi 15 anni, sul miglioramento delle condizioni di salute. Di sicuro contano gli stili di vita, con meno fumo, e più attenzione all'alimentazione».
A fronte di una popolazione cresciuta di oltre il 17% tra il 2000 e il 2016, gli over 65 sono aumentati del 46% e del 98% gli over 85.
Le malattie croniche del sistama cardiocircolatroio, di cui sono affette circa 240mila persone a Brescia, rappresentano la prima causa di morte tra le donne e la seconda tra gli uomini, ma il dato della mortalità per le malattie cardiocircolatorie si è quasi dimezzato. I casi di infarto, in particolare si sono ridotti del 22% e del 41% quelli con esito letale.
Perché la situazione migliori ulteriormente dipenderà anche dai medici di base, che dovranno riuscire a intercettare il maggior numero di assistiti per valutare i fattori rischio specifici e quindi garantire una presa in carico precoce dei pazienti cronici.
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