L'esposizione di opere firmate da don Laffranchi: la riscoperta del prete-pittore

Riaperto domenica lo studio del sacerdote in occasione della festa dei Santi Nazaro e Celso
In molti si sono recati ad ammirare le opere di don Laffranchi
In molti si sono recati ad ammirare le opere di don Laffranchi
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È stato molto forte l’impatto emotivo per i tanti amici e parrocchiani del compianto don Renato Laffranchi che domenica mattina, dopo la Messa solenne delle 10 per la celebrazione dei Santi Patroni Nazaro e Celso, hanno avuto modo di entrare nello studio del sacerdote-pittore per vedere come procedono i lavori di allestimento per l’esposizione dei quadri che don Renato aveva lasciato alla parrocchia. Un allestimento che sta curando l’architetto Alberto Zecchini, per poter mostrare in forma permanente, una parte delle splendide opere realizzate in tanti anni dal sacerdote.

Scrigno d’arte

Nel suo studio, che è stato completamente svuotato delle migliaia di libri, dei tubetti di colore, delle tele e dei pennelli, in uno spazio in cui la luce filtra da un’ampia finestra decorata in alcune sue parti con vetrate colorate realizzate su disegno dello stesso sacerdote, si sono potuti ammirare - o tornare ad ammirare - alcuni Crocifissi inseriti in cornici lignee che richiamano gli altari delle cappelle laterali di una chiesa; alcuni Angeli, tanto cari a don Laffranchi che li sentiva vicini mentre «con le loro ali muovevano l’aria» del suo studio, accampati, «silenziosi e fedeli»; o le potenti tele raffiguranti i sette Peccati capitali e le otto relative alle Beatitudini, racchiuse in cornici che - fissate ad una piantana girevole - possono essere sfogliate come pagine di un grande libro.

Uno dei quadri del prete-pittore
Uno dei quadri del prete-pittore

A ricordare che quell’ambiente era lo studio di don Renato c’è l’enorme cavalletto sul quale poggiava le tele, rimasto segnato dai colori, come fossero impronte digitali indelebili, proprio come i messaggi che il don trasmetteva nei suoi quadri. Appoggiati alle pareti anche molti altri dipinti, raffiguranti soggetti diversi. All’appuntamento oltre al parroco, monsignor Gianbattista Francesconi, e all’architetto Zecchini che stanno curando l’allestimento dello studio in questa nuova forma, erano presenti anche l’assessore Valter Muchetti, e la presidente di Fondazione Brescia Musei, Francesca Bazoli. Don Renato Laffranchi, «L’artista fuori dall’ordinario», è divenuto anche oggetto di una tesi di laurea scritta da Anna Bertulini Frigè.

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