L’elisoccorso punta sempre più in alto: «intelligence» per ridurre i tempi
Gli elicotteri sono i migliori disponibili sul mercato per questo tipo di impiego e sono stati attrezzati con le più recenti tecnologie. Il personale medico, infermieristico e soccorso si addestra per raggiungere e mantenere i più alti standard operativi. Ma ancora non basta, serve un maggiore lavoro di raccolta e sviluppo delle informazioni per mandare le equipe di soccorso a colpo sicuro, risparmiando tempo e denaro, risorse preziosissime e purtroppo non infinite nell’ambito dell’emergenza sanitaria.
Il servizio regionale dell’elisoccorso, che conta cinque elicotteri di due diverse tipologie, ha registrato negli ultimi mesi un altro picco di richieste operative e punta «a far crescere e migliorare la quantità e la qualità delle informazioni disponibili e ridisegnare il processo di gestione delle comunicazioni agli equipaggi, per sfruttare al meglio potenza dei mezzi e abilità degli operatori» come ha spiegato il direttore regionale del servizio, Angelo Giupponi.
Addestramento
L’occasione è stata la sessione di addestramento alle «operazioni speciali», cioè verricelli e hovering, in notturna che per tutto il mese di settembre si tengono per gli equipaggi delle basi di Brescia e Bergamo a cui anche i responsabili operativi del 118 di Brescia, Marco Botteri direttore dell’Aat e Paola Bera responsabile medico dell’elisoccorso, hanno partecipato.
Insieme agli istruttori e ai coordinatori infermieristici hanno fatto il primo bilancio di fine estate e il punto sulle tante questioni aperte. La prima appunto è stata quella dell’addestramento: «L’obiettivo è quello di far capire a tutti, operatori e popolazione, che siamo all’interno di un sistema regionale che conta cinque basi.
Non è Brescia o Bergamo o Sondrio ma tutta la Lombardia - precisa Giupponi - per questo è fondamentale che gli elicotteri e il personale possano essere mossi rapidamente dove serve per dare la massima copertura al territorio». Brescia e Bergamo, dove sono basati due elicotteri diversi, in particolare in un futuro prossimo puntano, in caso di necessità, a scambiarsi il personale dato che tutti possono operare su qualsiasi aeromobile.
L’estate
«In certi fine settimana della scorsa estate anche cinque elicotteri non sono bastati per la Lombardia - spiega ancora Giupponi - e abbiamo dovuto chiedere aiuto alle centrali dell’Emilia, del Veneto, del Trentino Alto Adige e anche dal Piemonte». Normalmente gli interventi in montagna per Areu Lombardia rappresentano poco meno del 20% del totale delle missioni di un anno, oltre mille interventi sui circa 6mila complessivi. «I conti precisi li facciamo a fine anno quando i dati sono consolidati ma abbiamo registrato picchi di interventi sui laghi e sui fiumi oltre che in montagna».
Per questo è fondamentale il tema delle informazioni: «Ora è una sola consolle, una saletta dentro alla Soreu Alpi, che gestisce i cinque elicotteri e accanto al tecnico c’è anche un operatore del soccorso alpino».
Le informazioni
L’obiettivo è quello di centralizzare e sviluppare al meglio le informazioni. «Soprattutto in montagna ogni dettaglio ci aiuta a capire esattamente dove si trovi la persona da soccorrere e ci permette di risparmiare tempo prezioso.
Serve anche capire il tipo di terreno e di condizioni per scegliere quale elicottero mandare. La presenza del soccorso alpino in centrale permette di individuare con esattezza versanti o pendii sulla base delle descrizioni o delle indicazioni visive di chi chiama». Ma è solo un esempio. L’«intelligence» è il prossimo passo per un soccorso sanitario d’emergenza ancora più efficace.
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