Lei gli salva la vita. Due mesi dopo l'infarto si rivedono
Per Silvia Belotti nella Croce Bianca da 22 anni, prima come volontaria ora come dipendente, è prassi. Per Vincenzo Zarba, il maresciallo dell’Arma al comando della stazione di Desenzano del Garda, ha rischiato di essere un dramma.
«Era il 25 marzo - racconta il carabiniere - , appena uscito dal mio ufficio sono svenuto. Un attacco cardiaco. Mi ha salvato la prontezza dei soccorritori che mi hanno fatto il massaggio cardiaco e la ventilazione per poi utilizzare il defibrillatore. Mi hanno preso per i capelli, sono rimasto molto tempo senza ossigeno, ma fortunatamente non ho subìto alcun danno».
Erano circa le 19 di sabato sera: «Guidavo l’auto medica - dice Belotti - con me c’era la dottoressa Federica De Giuli e l’infermiera Ausilia Moscardi.
Appena arrivati in caserma ho capito che si trattava di un militare. Era da poco intervenuto il personale della Croce Rossa di Rivoltella, noi abbiamo valutato il maresciallo e l’abbiamo portato velocemente all'ospedale di Desenzano».
Belotti e Zarba, ieri, a circa due mesi di distanza dall’infarto che ha colpito il maresciallo, si sono stretti la mano: «È da 22 anni che sono in Croce Bianca - racconta Silvia - . Quando facevo la volontaria e conoscevo colleghi che erano in associazione da decenni pensavo fossero pazzi. E invece eccomi qui. È una missione, prima che un lavoro. La Croce Bianca per me è una famiglia».
I due non si sono incontrati per caso, ma durante la consegna dei certificati regionali ai 73 carabinieri - in servizio in varie caserme della provincia di Brescia - che hanno svolto, nella caserma di piazza Tebaldo Brusato in città, con la Croce Bianca di Brescia un corso di primo soccorso e per l’uso del defibrillatore. Dopo la consegna dei certificati il presidente della Croce Bianca Carlo Braga ha donato al colonnello Luciano Magrini, Comandante Provinciale dei Carabinieri, un defibrillatore: «Lo posizioneremo all’interno del portone della caserma - spiega il Comandante - , così che possa essere destinato non solo a far fronte alle eventuali emergenze che si dovessero verificare all’interno, ma anche all’esterno. I cittadini potranno contare su un ulteriore presidio salva vita».
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