Leggere per guarire: «libro sospeso» per i malati della Domus
Sono stati gli ospedali statunitensi i primi a cogliere l’importanza dell’impatto emozionale di un libro, istituendo in molti reparti (specialmente oncologia e psichiatria, dove il percorso di cura e di guarigione è strettamente legato alla condizione psicologica del paziente) delle vere e proprie biblioteche. Sono stati inseriti titoli che spaziano dai resoconti di viaggio ai romanzi, fino ai libri di poesie e classici della letteratura e ad opere di carattere religioso.
Come donare
Nel nostro Paese la pratica si sta diffondendo, tanto che a Brescia si traduce nell’iniziativa di «un libro sospeso» che accompagnerà la Quaresima di solidarietà 2022. A promuoverla, la Libreria Paoline di via Gabriele Rosa 52 in collaborazione con l’Ufficio per la Salute della Diocesi di Brescia e la Fondazione Teresa Camplani e con La Voce del Popolo e Missione Oggi come media partner. «Leggere per guarire», questo l’invito: i clienti della libreria da mercoledì 2 marzo, primo giorno di Quaresima, fino alla Pasqua del 17 aprile, possono acquistare e donare un libro per gli ospiti dell’Hospice della Casa di cura Domus Salutis di Brescia.
La malattia
«La malattia, sia fisica sia mentale, porta all’isolamento - sottolinea suor Annamaria Moretto delle Paoline -. Il libro aiuta a mantenere un contatto con il mondo, allontanando il pensiero fisso del dolore o della preoccupazione per la propria situazione. L’iniziativa, dunque, va in questa direzione: aiutare il malato a vivere nella serenità questo tempo importante della vita e sentirsi ricordato». Il primo a utilizzare il termine «biblioterapia» riferendosi al potere curativo dei libri fu il teologo americano Samuel Crothers nel 1916. Negli anni Trenta, lo psichiatra William Menninger cominciò a parlare di «libro-terapia» e a prescrivere la lettura di libri ai propri pazienti, come supporto al trattamento di diversi disturbi psichici. Una strada tracciata da tempo, a dire il vero. In letteratura, ci sono molti esempi in cui si parla del libro come terapia. Ne citiamo due che riteniamo esemplificativi.
La letteratura
Dostoevskij ne «L’idiota», romanzo uscito nel 1869 e considerato uno dei massimi capolavori della letteratura russa, fa dire letteralmente al signor Lébedev: «...ho cominciato a curarla con la lettura dell’Apocalisse», riferendosi agli scatti d’ira di Nastàsia Filìppovna, definita «...signora dalla fantasia irrequieta». Cristina Campo, una delle voci poetiche più alte del Novecento, ne «Gli Imperdonabili» scrive di uno psichiatra svizzero che consigliava la lettura del Libro di Giobbe ai suoi pazienti depressi. Al termine della Quaresima, tutti i «libri sospesi» verranno consegnati a suor Giusy Stevanin, responsabile dell’Hospice della Domus Salutis nell’ambito di un momento di preghiera al quale parteciperà il vescovo mons. Pierantonio Tremolada.
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