Lega cittadina a congresso: Maggi «consacrato» nuovo segretario

Il partito ha presentato una lista unitaria: il ruolo del neodesignato sarà centrale per Loggia 2023
Il centrodestra si prepara per Loggia 2023 - © www.giornaledibrescia.it
Il centrodestra si prepara per Loggia 2023 - © www.giornaledibrescia.it
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Mai come in questo momento un segnale che potesse concretamente dimostrare non solo «unità» ma anche un certo grado di salute del partito cittadino era necessario. Specie in vista dell’appuntamento elettorale, con questi dodici mesi da pianificare nei minimi dettagli e con il più che probabile scenario (anche se non ancora ufficializzato) di vedere la Lega protagonista assoluta, per il centrodestra, nella corsa per conquistare la Loggia nel 2023.

E lo scacco - seppur non scontato - è riuscito: il consigliere comunale di Brescia Michele Maggi sarà il nuovo segretario cittadino del Carroccio.

Per entrare formalmente in carica e raccogliere così il testimone dal suo predecessore, Matteo Rinaldi, Maggi dovrà attendere domani, quando si consumerà il congresso del Carroccio.

Ma di fatto la scadenza per presentare le candidature per gli aspiranti alla guida della segreteria cittadina era fissata per la giornata di ieri e il partito ha deciso di presentare una lista unitaria: il consigliere comunale non ha quindi avuto «concorrenti interni», esattamente come era accaduto, a maggio del 2018, per «l’incoronazione» del segretario provinciale Alberto Bertagna, che aveva preso il posto dell’attuale parlamentare Paolo Formentini.

Il ruolo di Maggi, si diceva, sarà tuttaltro che irrilevante. E non solo perché c’è una campagna elettorale per le Amministrative da preparare, ma anche perché questa si sovrapporrà agli altri due appuntamenti con le urne nel 2023: le Regionali, dove la corsa di Attilio Fontana per il bis sembra ormai conclamata, e le Politiche. Inutile poi negarlo: il clima nazionale in sottofondo non è dei migliori, soprattutto tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Da quasi un mese (29 giorni per la precisione) l’annuncio della comune volontà di sedersi attorno a un tavolo si spegne poi nel nulla, un particolare che inizia a rendere irrequieti tutti. Sempre domani, la Lega fa partire da Roma, città di Meloni, il ciclo di venti incontri tematici che dovrebbe riavvicinarla ai territori. Una giornata di lavori, con un programma diviso in sei capitoli (giustizia, economia, lavoro, energia, autonomie e politica estera): un’iniziativa squisitamente di partito, senza spazio per gli alleati. Tanto che c’è chi pensa a una ripicca per la mancata presenza dei rappresentanti leghisti alla convention milanese di FdI.

Un quadro insomma complesso, con un teorema di dispetti che tutti sperano possa placarsi con un faccia a faccia tra i leader, seduti a un tavolo che però non arriva mai.

«Sui territori è diverso, a Brescia è diverso» ripetono tutti a patto di non mettere nome e cognome accanto a questa dichiarazione, quasi a ripeterlo come un auspicio. Della serie: nel capoluogo, tra Lega, FdI e Forza Italia, di attriti sulle scelte per Loggia 2023 non ce ne sarebbero.

Ma di fatto, tutti temono che da un momento all’altro possa accadere l’irreparabile: il divorzio tra i due al vertice, con FdI consapevole di essere non solo in espansione, ma in prospettiva anche il potenziale primo partito in alcuni territori, a scapito proprio del Carroccio.

Non è un caso, del resto, che il team di Meloni continui ad alzare il tiro anche su Brescia, ribadendo sui giornali che «la partita non è chiusa, Fabio Rolfi sarebbe un ottimo candidato ma non l’unico possibile» per dirla con le parole di Romano La Russa. Un sentiment diametralmente opposto rispetto a quello che si respira parlando con i militanti del partito territoriale, convinti invece che il nome dell’assessore regionale all’Agricoltura sia quello giusto da schierare. Ma domani è un altro giorno e, chissà, magari il trentesimo sarà quello giusto per vedere in agenda questo fantomatico tavolo di confronto tra i leader del centrodestra.

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