Lega, Bertagna nuovo segretario provinciale
Alberto Bertagna, vicesindaco di Calcinato, è ufficialmente il nuovo segretario provinciale della Lega. A sancirlo, nella giornata di ieri, è stato il voto dei 1.197 militanti chiamati ai «seggi di partito» che hanno rinnovato il direttivo del Carroccio. Nessuna sorpresa, comunque: il partito ha presentato una lista unitaria, Bertagna non aveva quindi «concorrenti interni» e sui sette posti a disposizione nella platea del direttivo, i candidati in lizza erano in tutto otto.
«L’ennesimo segno di quanto il partito sia coeso» è la lettura dell’ex segretario - poi rimpiazzato dal commissario Andrea Dara - Paolo Formentini. Che soddisfatto consegna il testimone al suo successore: «Lascio il mio mandato con una Lega che conta centinaia di amministratori, 1.200 militanti e quasi trenta amministratori: un risultato che è frutto del lavoro di squadra».A Bertagna augura di «tenere sempre monolitica la segreteria provinciale e di portare nuovi sindaci al Carroccio». Accanto al neoeletto, nel direttivo, siederanno Metelli (104 voti), Spagnoli (102), Tonelli (98), Parmegiani (98), Lavelli (91), Cugini (86) e Zanardini (83). A restare fuori è invece Bertoli (58 voti). «Se si è riusciti ad arrivare compatti, con una lista unica - commenta Bertagna, che ha incassato 664 consensi - è merito del grande lavoro svolto da Formentini anche in anni difficili».
Per quanto riguarda la linea e gli obiettivi politici, il neosegretario è perentorio: «Condividerò ogni passaggio con il Consiglio, perché la voce dei territori, che sono tutti rappresentati, è fondamentale ed è insieme a loro che si scrivono le priorità». Se si accenna al quadro nazionale, la prima attenzione è alle definizioni: si parli di «governo legastellato», al bando altri termini. E, soprattutto, si riconosca a Matteo ciò che è di Matteo. «A livello nazionale c’è sempre stato grande impegno per Brescia - sottolinea l’on. Dara -. Tanto più che qui l’alleanza è salda, ci sono entusiasmo e partecipazione». E sul rapporto tra i due leader, Salvini e Berlusconi, non si parli di rottura.
«Di strappi non ce ne sono - chiarisce l’ormai ex commissario -. I patti sono sempre stati chiari: in città non ci saranno problemi e noi manteniamo sempre la parola data. Chiaro: se qualcuno ci ripensa ne prenderemo atto». Perché -e questo lo ripetono tutti - Salvini è il vincitore: è riuscito nell’impresa in cui hanno fallito per decenni Fini, Casini, Alfano, Bossi. Ha sconfitto il Cavaliere nelle urne, in casa, nel perimetro del centrodestra, spinto da un vento di destra che non si esaurisce nei voti per i micro partiti estremisti, ma che ha soffiato al punto da spingere la Lega fuori dai confini tradizionali del Nord. Certo - chiude l’on. Formentini - «mi auguro che Berlusconi sappia apprezzare il grande lavoro di Salvini».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato