Le polveri sottili spiegate bene: cosa sono e perché si misurano
Breve vocabolario per capire cosa sono le sostanze presenti nell’aria e perché se ne misura la concentrazione.
Particolato: è l’insieme delle sostanze, sia solide sia liquide, sospese nell’aria con un diametro da un milionesimo di millimetro a mezzo millimetro, prodotte da circostanze naturali (pollini, polvere) e da azioni umane (traffico, riscaldamento, industrie).
Pm: sta per «particulate matter». La sigla indica le dimensioni delle particelle che costituiscono il particolato: più sono piccole più riescono a intrufolarsi nell’organismo, talvolta causando danni.
Pm10: il numero «10» indica la presenza di particelle nel particolato con diametro inferiore a un centesimo di millimetro (10 micrometri): questa tipologia di polvere può essere respirata ed è perciò in grado di raggiungere sia il naso sia la laringe; le particelle tra i 5 e i 2,5 micrometri riescono a depositarsi nei bronchi polmonari.
Pm2,5: il riferimento è al cosiddetto «particolato fine», quello formato cioè da particelle con un diametro inferiore a 2,5 micrometri. Penetra nei polmoni e, in caso di polveri ancora più sottili, può entrare nel sistema circolatorio.
Ozono: deriva da diverse reazioni fotochimiche e può causare irritazioni dell’apparato respiratorio e, per questo, è rischioso soprattutto per chi soffre di asma.
Altre sostanze: tra gli altri composti che si trovano nell’aria inquinata ci sono i biossidi di azoto, prodotti soprattutto dai motori diesel e ritenuti cancerogeni.
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