Le code a Brescia per quei capi introvabili: che cos'è il reselling

La Redazione Web
Pochi anni fa in città il fenomeno era solo on line. Ora esistono negozi specializzati nel rimettere in commercio scarpe ad edizione limitata
Nicola (26 anni) e Dylan (21 anni), proprietari di Queio - © www.giornaledibrescia.it
Nicola (26 anni) e Dylan (21 anni), proprietari di Queio - © www.giornaledibrescia.it
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Acquistare capi di lusso introvabili per poi rivenderli a prezzi maggiorati. È il reselling, nuova costola nella distribuzione di prodotti di abbigliamento che non manca di suscitare dibattiti - dentro e fuori al mondo della moda - e di cui Brescia è stata teatro negli ultimi due giorni con le code notturne davanti Frisco e One-Off in via Gramsci.

Di cosa parliamo quando diciamo reselling?

Si tratta di un modo per ottonere capi di lusso in edizione limitata. Un meccanismo nato in modo spontaneo e casuale, ma che evolvendosi nel tempo è stato fagocitato dalle case di moda che, a cadenza regolare, immettono sul mercato, stagione dopo stagione, prodotti a numero limitato e sapientemente promossi. 

Di solito si tratta di sneakers di brand come Yeezy, Adidas e Nike, ma non mancano capi di abbigliamento per lo più streetwear, come quelli di Supreme. Qual è la logica? Comprare il prodotto a prezzo di listino e poi rivenderlo a prezzo maggiorato. Un aumento che viene applicato in virtù dell'introvabilità e della scarsità dei pezzi messi sul mercato.

Un tipo di mercato che ha tutti i caratteri della Borsa: i prodotti vengono rimessi in vendita a un prezzo che varia nel tempo a seconda della domanda. I riferimenti sono piattaforme americane - è proprio Oltreoceano che si innesca il fenomeno - che indicano le quotazioni di mercato, ovvero quanto il capo è ricercato nel momento in cui lo si rimette in commercio.

Come accade spesso, infatti, le scarpe acquistate dai reseller (rivenditori) sono disponibili per la vendita anche uno o due anni dopo il loro acquisto, tenute da parte ed esposte al momento più opportuno per farne lievitare il valore.

I negozi in città

A Brescia, fino a pochi anni fa, il reselling era seguito solo online, non esistendo negozi fisici a cui fare riferimento. Nel tempo però c'è stata un’evoluzione che ha portato alla nascita di punti vendita anche sul nostro territorio. Ed oggi, nel giro di 500 metri, a poca distanza dai negozi abilitati a vendere le limited edition, esistono due punti per questo genere di acquisto. 

Proprio fuori da One-Off, in centro storico, abbiamo incontrato Nicola (26 anni) e Dylan (21 anni), proprietari di Queio, negozio di rivendita in via Pietro Bulloni 9 che i due amici hanno aperto solo dieci giorni fa, spinti dalla loro passione. Queio è uno dei due negozi di reselling presenti in città.

  • Quelli di Queio
    Quelli di Queio
  • Quelli di Queio
    Quelli di Queio
  • Quelli di Queio
    Quelli di Queio
  • Quelli di Queio
    Quelli di Queio

Un ambiente giovane ed eccentrico: c'è un divano che ricorda un materassino da spiaggia o un book fotografico con i due giovani che indossano la collezione esposta in negozio. «Siamo venuti a comprare le Dunk Low SP in varie colorazioni per poi rivenderle - ci hanno spiegato in via Gramsci nei giorni scorsi -. Sono scarpe che escono in pezzi limitati e di conseguenza hanno un prezzo di rivendita maggiore». I due, entrati da poco in questo mondo, ci informano che tutta la merce che propongono è il risultato di notti in bianco e code che sembrano infinite, «quando abbiamo in mano i nuovi pezzi è mattina ed è ora di aprire il negozio.. non ci fermiamo mai, però ci divertiamo molto facendo quello che ci piace».

Il primo negozio ad aver aperto in città, però, è Shoebuya, in corso Cavour 39. Il proprietario è Emanuele, un ragazzo di 18 anni appassionato di sneakers ricercate e collezionista nel privato. Il suo desiderio è quello di offrire la possibilità alle persone di toccare con mano i prodotti che fino al momento dell’apertura di Shoebuya erano disponibili solo online. La differenza con un negozio fisico, spiega, è la possibilità di essere seguiti nella scelta con la sicurezza di acquistare un prodotto certificato che non è solo un accessorio, ma un vero e proprio investimento per i collezionisti appassionati.

Chi sono i super fan delle sneakers di lusso rivendute?

La madre di Emanuele, intercettata in negozio oggi pomeriggio, ci spiega come nel giro di poco la clientela si sia evoluta: «Dall'apertura l'età media degli acquirenti è calata di anno in anno. Siamo partiti nel 2019 da una platea di 21-25enni per arrivare oggi a clienti finali che hanno anche 7 anni».

  • Shoebuya, in corso Cavour
    Shoebuya, in corso Cavour
  • Shoebuya, in corso Cavour
    Shoebuya, in corso Cavour
  • Shoebuya, in corso Cavour
    Shoebuya, in corso Cavour

Entrando nel punto vendita si nota subito la cura nell'arredo: ci sono teche con i pezzi che hanno segnato la storia delle sneakers, un videogioco cabinato firmato Shoebuya per intrattenere i più giovani, innumerevoli skateboard che invadono il negozio e l’enorme tappeto firmato Off-White che non può non attirare lo sguardo di chi conosce il mondo della moda. Caratteristica da sottolineare è il massiccio lavoro di ricerca che porta Shoebuya a viaggiare nel mondo alla ricerca delle idee migliori da proporre agli acquirenti bresciani.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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