Lavoro, sicurezza, diritti: appello al voto di Salvini
Un elettore su due non andrà a votare o non sa ancora chi voterà. Un «bacino» di voti che la Lega punta ad aggredire in vista del 14-15 maggio. Per questo Matteo Salvini approda in città per la terza volta in pochi giorni. Lo fa per sostenere Fabio Rolfi. Dopo aver partecipato, al teatro Grande, all'IMW, il convegno dedicato all’innovazione dei Giovani di Confindustria, Salvini si sposta al comitato elettorale del candidato sindaco del centrodestra, in corso Magenta. Ma stavolta non parla come ministro delle Infrastrutture: «Corda molle, autostrada della Val Trompia, metro, Tav...ho già detto di come vogliamo accelerare i cantieri. Oggi parlo da segretario della Lega».
Il (piccolo) comitato elettorale è pieno. Militanti e simpatizzanti del Carroccio riempiono la via. Attorno a Salvini c’è il gotha locale del partito. «Ormai sono più a Brescia che a Milano» scherza Salvini. E poi va dritto al punto: «Mancano 11 giorni al voto. Quasi la metà dei bresciani o non vota o deciderà all’ultimo chi votare. Dobbiamo andare quartiere per quartiere, via per via, e convincere gli indecisi. E dobbiamo farlo sui temi concreti, che toccano la vita quotidiana delle persone: lavoro, sicurezza, famiglia». Qui parte l’attacco alla segretaria del Pd Elly Schlein, sabato a Brescia per sostenere Laura Castelletti, e alla sua idea di «politica e società».
Lavoro
Sicurezza
«Sono in discussione i nuovi decreti sicurezza, non possiamo ospitare tutti. Schlein dirà che siamo fascisti. Ma la gente ci chiede di poter uscire tranquillamente di casa la sera». Mentre ieri, davanti al comitato, un collaboratore di Rolfi - fa sapere il candidato sindaco - «è stato aggredito da un extracomunitario e vi sono continue risse nei parchi».
Diritti
«La donna non è un "corpo", qualcosa che si può affittare o noleggiare - attacca Salvini -. Una politica pseudo femminista che dice sì all’utero in affitto a me fa schifo, mi disgusta». Insomma, sono questi i tre temi su cui Salvini invita a insistere nei prossimi giorni: «Non è questione di Lega o destra e sinistra. Sono risposte concrete ai bisogni, più soldi in busta paga, parchi e quartieri sicuri, la famiglia». Una concretezza a cui richiama anche Rolfi. «Questo è il timbro della Lega. Siamo autenticamente e orgogliosamente popolari. Siamo partiti dai quartieri con una chiara visione di città che guarda al futuro. Un lungo cammino che ci porterà alla vittoria. Sento crescere il clima positivo - dice Rolfi -. Non ci sentiranno arrivare, ma abbiamo già messo la freccia...». Applausi, il coro «Fabio, Fabio...», i selfie con il «capitano». Poi tutti insieme a cena, in 350, all’Olimpo di via Livorno.
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