L’attico della mafia ora è delle famiglie affidatarie
Da Cosa Nostra a cosa pubblica. L’attico, sequestrato e confiscato a un camorrista nei primi anni Duemila, è uno dei beni sottratti alle mafie grazie all’impegno dell’associazione Libera e ora è rinato a nuova vita. Con un bando pubblico nel 2012, da parte della Loggia, è ora in mano al Coordinamento delle famiglie affidatarie: la legge 109/96 ha infatti introdotto l’uso sociale dei beni confiscati.
Il locale si trova in via Aldo Moro 22 ed è stato intitolato, lo scorso anno, a padre Pino Puglisi, ucciso il 15 settembre 1993 dalla mafia nel quartiere di Brancaccio, a Palermo, dove portava avanti il suo impegno antimafia. Proprio nell’anniversario di questo tragico evento ieri Libera e il Coordinamento hanno deciso di onorare la memoria di don Puglisi con una festa per le famiglie dal titolo «Danza fa rima con speranza: don Pino Puglisi martire di mafia», organizzata proprio nell’attico e nel vicino parco.
Giuseppe Giuffrida, referente provinciale di Libera, Angelo Bulgarini, presidente del Coordinamento delle famiglie affidatarie, e Marco Mason che ne è il referente per la formazione hanno rimarcato come la festa «sia stata per tutti, soprattutto per le famiglie, all’insegna della danza. Per ribadire forte la nostra passione per la vita e per sottolineare che la bellezza del vivere assieme è strettamente legata all’onestà, alla cultura del dono».
Giuffrida ha aggiunto: «Questo attico è un bellissimo esempio di riutilizzo sociale dei beni confiscati, oltre 250 in tutta la provincia». La festa di ieri fa parte di un trittico di appuntamenti organizzati da Libera nel Bresciano in omaggio alla figura di don Puglisi. Il 21 settembre a Rovato è in programma lo spettacolo teatrale «U parrinu» di Christian Di Domenico mentre il 4 ottobre a Brescia arriverà Francesco Deliziosi, caporedattore del Giornale di Sicilia che collaborò con padre Puglisi.
Nel calendario della festa anche laboratori come il «Gelato party», sull’esempio di quello che non manca mai alle feste organizzate al centro «Padre Nostro», fondato da don Puglisi a Palermo.
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