Latte di mamma, la Banca del Civile è la terza in Lombardia

La Banca del latte umano donato dell’Asst Spedali Civili è attiva in alcune stanze della Terapia intensiva neonatale
AA

Custodirà un «elisir» di salute e assicurerà una costante e adeguata disponibilità di latte umano per i neonati con problemi clinici, in particolare per quelli prematuri. Una speranza in più nella loro lotta per la vita grazie a un nutrimento in grado anche di trasmettere una fortissima difesa immunitaria.

È la Banca del latte umano donato dell’Asst Spedali Civili, terza attiva in Lombardia, inaugurata e realizzata con il contributo della Centrale del Latte e di alcuni imprenditori coinvolti in una campagna di raccolta fondi (oltre 97mila euro) che hanno consentito all’associazione «Nati per vivere», presieduta da Flora Di Flora, di acquistare le attrezzature necessarie e donarle al Civile.

Come funziona. La Blud è attiva in alcune stanze della Terapia intensiva neonatale, affidata a un medico e due infermiere che seguiranno tutte le fasi di pastorizzazione e conservazione del latte. Struttura moderna e tecnologicamente avanzata, la Banca si occuperà non solo della distribuzione del latte, ma anche della selezione delle nutrici donatrici attraverso un’accurata anamnesi e screening, della raccolta e della conservazione del latte che potrà essere richiesto anche dalle strutture con la Terapia intensiva neonatale in provincia e non solo.

Soddisfazione condivisa da Fabio Rolfi, presidente della Commissione regionale della Sanità, che ha ricordato alcuni progetti in itinere (dalla rianimazione alla chirurgia pediatrica) che renderanno sempre più eccellente la qualità della pediatria bresciana.
Nel 2016 al Civile sono nati 3.354 bambini (2.011 fino al 28 agosto di quest’anno); e 543 neonati prematuri sono stati ricoverati in Terapia intensiva neonatale. «Il latte di mamma è molto più di un alimento - ha concluso Gaetano Chirico, direttore Terapia intensiva neonatale -. I suoi fattori biologici stimolano lo sviluppo di vari organi e apparati, compreso quello neurologico. Rappresenta, dunque, un vero e proprio supporto terapeutico».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia