L’arte piange Piero Tramonta, maestro generoso

l pittore di Bovezzo se ne è andato ieri inaspettatamente a pochi giorni dal suo 72esimo compleanno
Piero Tramonta accanto ad una sua opera (foto di archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Piero Tramonta accanto ad una sua opera (foto di archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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Il mondo dell’arte bresciano piange Piero Tramonta. Il pittore di Bovezzo  se ne è andato ieri inaspettatamente a pochi giorni dal suo 72esimo compleanno a causa di un irrisolto problema cardiaco. Nato nel 1951 aveva presto risposto alla vocazione di esprimersi visualmente frequentando i corsi di pittura e  grafica dell’AAB.

Impegnato con successo anche come creativo nell’ambito del design, firmando motivi per tessuti e tappeti, aveva maturato un percorso di ricerca pittorica personale che, dagli esordi figurativi, inizialmente declinati in soluzioni di impronta surrealista, si era poi definitivamente indirizzata sul fronte informale. Dalla metà degli anni Ottanta, l’interesse di Tramonta verso un linguaggio aniconico, capace di porre in dialogo le tensioni del corpo e della mente, lo ha portato ad una costante ricerca di nuove soluzioni formali, dominate dalla forza gestuale del segno e da un cromatismo brillante.

La costante attenzione nei confronti del soggetto e delle forze psichiche che ne guidano i processi vitali, lo hanno condotto via via a definire un linguaggio personale in cui l’abbandono della figurazione non l’ha allontanato da una dimensione espressiva profondamente umana, palpitante di energie sottese.

Generoso e dotato di una forte vocazione didattica (era anche apprezzatissimo maestro di tennis), aveva proposto laboratori artistici nelle scuole, e il suo studio accoglieva non solo allievi, ma anche tanti amici e colleghi con i quali manteneva un appassionato rapporto dialettico. Dopo oltre novanta personali, stava progettando con il consueto entusiasmo una nuova mostra  per presentare i lavori più recenti all’Antica Pieve di Urago Mella.

«Dipingere, creare, sperimentarsi, gioire, emozionarsi, rincorrere affannosamente le visioni del quotidiano, meravigliarsi di se stessi per dar vita al mio folle lavoro», con queste parole Piero Tramonta descriveva il senso della sua instancabile ricerca, parole che oggi diventano il suo testamento poetico.

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