L’Archivio di Stato compra casa: spazio per 1 km di faldoni dal Tribunale

Disponibili 7,5 milioni per acquistare il palazzo di via Galilei e accogliere carte in «lista d’attesa» da anni
L’edificio di via Galilei che sarà acquistato e ampliato - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’edificio di via Galilei che sarà acquistato e ampliato - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Un chilometro lineare di faldoni del Tribunale di Brescia in attesa di archiviazione, ma anche documenti da Questura e Prefettura che compiuti i 30 anni dovrebbero essere resi consultabili. Una lista d’attesa che l’imminente progetto di ampliamento dell’Archivio di Stato di Brescia potrebbe accorciare notevolmente, assieme all’ingresso di un paio di archivisti ex novo tramite il concorso che dovrebbe arrivare quest’estate.

Il Ministero della Cultura, da cui dipendono gli archivi statali, ha messo a disposizione 7 milioni e mezzo per l’acquisto dello stabile di via Galilei che ospita attualmente l’archivio bresciano, di proprietà della Immobil Gi. «È una notizia che attendevamo da tempo - commenta la direttrice Debora Piroli - e che prevede l’ampliamento della struttura, compreso nel contratto d’acquisto, con la costruzione di una terza "torre" tra le due già esistenti, per la quale esiste un progetto approvato dal Comune, che aggiungerebbe 10 chilometri lineari di spazio fisico d’archiviazione ai 25 esistenti già completamente pieni, e che potrebbe essere realizzato in sei mesi. Era stato ipotizzato il trasloco in qualche altro immobile, ma questa soluzione è la migliore, l’edificio in cui siamo è stato costruito come archivio ed è funzionale. Ha solo bisogno di più spazio e di essere messo a norma».

Il patrimonio

Nella nuova torre troverebbero spazio, dicevamo, il chilometro di faldoni dal Tribunale e i documenti che man mano giungono dagli uffici periferici dello Stato. Accanto a tutto il patrimonio storico già qui confluito, dai documenti degli antichi monasteri soppressi nell’Ottocento, al fondo della Corte d’Assise straordinaria che si occupò nel dopoguerra dei processi ai collaborazionisti del fascismo, da poco inventariato e reso disponibile agli studiosi; dagli archivi dell’ex territorio della Serenissima alle carte del Gabinetto di Prefettura fino al 1950 e della Procura generale, «in fase di riordino e ancora inesplorati».

Tra i prossimi impegni, per i quali si è ottenuto un finanziamento, la catalogazione del fondo del Tribunale, che parte dal periodo preunitario. Salvo qualche fondo (come i Catasti napoleonico e austriaco, già disponibili online) la consultazione avviene sulla carta in sede, aperta dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 15 («un orario sufficiente»). A beneficiare del riordino potrebbero essere studiosi e ricercatori «ma anche avvocati, giuristi, architetti e urbanisti che devono consultare mappe e documenti catastali» aggiunge la direttrice. Ma serve personale. «Al momento, oltre a me c’è un’archivista a contratto per un anno e mezzo: l’organico prevede due persone fisse oltre al direttore, attendiamo il concorso che dovrebbe essere bandito in estate. Inoltre, sta andando in pensione una persona in segreteria, dovrebbe essere sostituita».

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