«L’Angelo custode» è la nuova rosa «rifiorentissima»
Si dice che l’Italia sia paese di santi, poeti e navigatori, ma in pochi sanno che può essere pure quello dei creatori di rose nuove. A Mazzano, c’è chi si è attivato per procedere in tal senso, e per recuperare strada su un terreno che, ad oggi, è appannaggio di altri. E sabato e domenica, di questi intenti si potranno apprezzare i frutti, o meglio i fiori, all’azienda Rose Rifiorentissime di via Portesi 23 con la mostra mercato, ad ingresso libero, «Rose e Fiori».
Come pittori. Nei suoi spazi, dalle 10 alle 19, ci sarà la possibilità di apprezzare quanto coltivato nel vivaio e di curiosare tra una trentina di banchi degli espositori. Ma la novità sarà la presentazione delle prime rose nuove ottenute nell’azienda a conduzione familiare. «Nel 2018 siamo diventati creatori di rose nuove - spiega Adriana Balzi - pervenendo a un passaggio faticoso, ma sul quale intendiamo insistere per il futuro. L’ibridazione è preceduta da studi approfonditi, e seguita dall’applicazione di metodi specifici. Di fatto, si procede con l’individuazione della linea genetica e, come un pittore che davanti a una tela bianca già ha in mente il suo quadro, si decide quale caratterizzazione dare alla pianta».
Ibridazione. La scelta porta ad avere una pianta con funzione di madre dalla quale, prima della maturazione, si tolgono gli stami, lasciando solo l’organo riproduttivo femminile. Fatto ciò, essa viene coperta, per evitare che vi sia una contaminazione da polline, e gli stami (il padre di un’altra rosa) vengono messi a maturare. Il giorno successivo, si scoprono le piante precedentemte isolate e, con un pennellino, vi si deposita il polline della pianta padre. «Se l’ibridazione c’è, si forma una bacca, dalla quale, dopo le prime gelate di novembre, si prelevano i semi per procedere a piantumazione».
Le prime rose così ottenute saranno presentate nel fine settimana. Tra esse: «L’Angelo custode», l’unica varietà di colore bianco, con venature rosa e gialle, e la «Rosa Rizzonelli», già messa a dimora nel più grande roseto pubblico del mondo, il tedesco SangerHausen, e nel roseto di Cavriglia, in Toscana.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato