L'agricoltura produrrà il 35% in meno causa maltempo
Il maltempo e le grandinate dei giorni scorsi hanno colpito pesantemente le coltivazioni bresciane. «È ancora presto per fare una stima precisa del disastro - spiega il presidente di Confagricoltura di Brescia Giovanni Garbelli-, ma sappiamo già che i danni totali si aggireranno attorno a parecchi milioni di euro». Per capire come risponderanno le colture ci vorranno ancora 10/15 giorni, e non sarà solo la quantità ad essere intaccata, «ma anche la qualità del prodotto, che spesso è propria del territorio».
Il resoconto
Sono tre le aree principali del disastro: le colture di mais (prese di mira dalla grandine), uliveti e vigneti (danneggiati in tutta la provincia a macchia di leopardo), e strutture e fabbricati, tra cui aziende e stalle. Queste ultime a fine tempesta hanno contato numerosi tetti perforati e portici annientati dalla forza del vento. «Nel complesso, i forti temporali significheranno un 30/35% di mancanza nella produzione di questa stagione» prosegue Garbelli. In ogni caso, «entro fine agosto sarà possibile reperire dei dati più precisi».
Le soluzioni
Per Confagricoltura, la priorità ora è «la vicinanza alle aziende, per stabilire in modo esatto un primo monitoraggio della situazione». In seguito, è necessario attivare una task force con il Consorzio di difesa e l’assessore regionale, «per permettere quanto prima la sospensione dei mutui». Infine, è necessario interpellare le banche, «per assicurare liquidità alle aziende che hanno bisogno di fare investimenti a breve termine». Oltre alla conta dei danni, è da sottolineare la particolarità dei recenti eventi climatici: «Questa volta è stato un evento generalizzato. Si sono verificati tre episodi in una settimana in un’area della provincia molto vasta. Prima erano eventi circoscritti».
Le parti più colpite
Dello stesso parere è Giovanni Martinelli, vicepresidente di Coldiretti Brescia. «Solitamente il maltempo colpiva zone isolate». Anche per Coldiretti la stima economica dei danni è difficile da definire: «Sempre su parecchi milioni di euro». Dopo eventi come questo si hanno ripercussioni dirette - quelle visibili - e indirette, che segneranno il lungo periodo. «Sono state colpite coltivazioni di mais, ortaggi, frutta, serre e ulivi - spiega Martinelli -, la grandine ha poi colpito stalle, strutture zootecniche e pannelli fotovoltaici installati nell’ultimo anno».
La coltivazione più a rischio quest’anno è quella del mais. «È stato danneggiato il 100% dei terreni, con danni stimabili al 60%, in alcuni casi al 100%: il mais è inutilizzabile». A volte è necessario raccoglierlo anticipatamente, «7/10 giorni prima, ma chiaramente sarà di una qualità molto inferiore rispetto alle altre volte». La soluzione in certe zone sarà quella di seminare colture alternative.
Per l’agricoltura gli ultimi due anni hanno rappresentato delle sfide continue, come ricorda Martinelli: «La scorsa stagione abbiamo avuto una siccità estrema, adesso un maltempo caratterizzato da venti che hanno raggiunto i 100 km/h e da una gradine con chicchi grossi come pesche». Ora occorre salvare le colture e ricevere aiuti, chiedendo alla Regione lo stato di calamità.
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