Laghi, torri, ponti: il fascino misterioso di Brescia sottoterra

Il ponte del Carmine, il lago sotto piazza Rovetta. Con Brescia Underground si svela la città segreta
Il fiume Bova sotto Borgo Trento - Foto © www.bresciaunderground.com
Il fiume Bova sotto Borgo Trento - Foto © www.bresciaunderground.com
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Tra corso Palestro e via IV Novembre c’è una porta rossa. Se si passa di fretta non la si nota nemmeno. Eppure quella porta dà accesso ad un mondo straordinario, misterioso e intriso di storia. Un varco per poter scoprire una Brescia sconosciuta e «sottosopra». È l’ingresso alle visite di Brescia Underground, per la città sotterranea, che segue i fiumi e i corsi d’acqua che attraversano il capoluogo da secoli e che sono scomparsi alla vista solo in epoca recente. E la visione «da sotto» merita davvero e appassiona.

Come ha appassionato, fin da bambino, Andrea Busi l’ideatore di questa associazione che non solo offre la possibilità di visitare la città sotterranea, ma che nel tempo è divenuta anche un valido riferimento nell’offrire consulenze e collaborazioni al Comune, altre istituzioni, enti e aziende come A2A.

UN ACQUEDOTTO SOTTO LA TORRE

«La città che c’è sotto - spiega Busi - è sostanzialmente uno specchio di quella che c’è sopra ma che si riflette nell’acqua di fiumi come il Garza, il Bova e il Celato lungo i quali il centro abitato si è sviluppato, un sistema fluviale che influenzò l’urbanistica nel corso dei secoli». Quando Busi vede abitazioni a più piani alte e strette, con un’altana (una loggetta) alla sommità, sa che quelle case sorgevano lungo un fiume, anche se oggi quel fiume non lo si scorge più. «E quel che vedi sopra riflette esattamente quello che scorre sotto la superficie».

Il Serraglio vicino a piazza Vittoria - Foto © www.bresciaunderground.com
Il Serraglio vicino a piazza Vittoria - Foto © www.bresciaunderground.com

Grazie ad una passeggiata con tanto di gambali alti e caschetto in testa lungo «Le arterie della Leonessa», camminando contro corrente nei fiumi Bova e Celato, si possono così scoprire luoghi che avevano contraddistinto la Brescia del passato, come un laghetto che esisteva in piazza Rovetta prima che venissero abbattuti gli edifici nel 1939, una casa torre in via San Faustino, l’antico ponticello al Carmine e molti altri spazi ormai resi invisibili. «Al Carmine ad esempio, diversi tratti del Bova fino al 1934 erano ancora scoperti». Il Garza è stato coperto in via Ugoni e via Tartaglia agli inizi degli anni Venti del secolo scorso e nei pressi di piazza Garibaldi c’era (e c’è ancora) un ponte progettato dal Tagliaferri.

Brescia Underground è nata nel 2006 ed ha ottenuto un’autorizzazione dagli uffici comunali grazie ad una serie di protocolli specifici che Busi e i suoi collaboratori hanno dovuto predisporre per le visite guidate in tutta sicurezza. Anche in questo periodo caratterizzato dal Covid si possono effettuare passeggiate sotterranee fino a un massimo di 25 persone per gruppo (per partecipare serve il Green Pass), nei fine settimana (il sito tramite cui prenotare è www.bresciaunderground.com). Il contributo può variare dai 5 ai 15 euro per la visita più articolata, che dura anche tre ore, «una formula popolare - aggiunge Busi - per consentire la visita a tutti». Tanto che ogni anno si arrivano a registrare anche quattromila presenze (senza contare i mesi di gennaio, febbraio e agosto, quando non si fanno passeggiate sotterranee).

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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