L’addio a Piovani, ingegnere che fece crescere la città
È stato uno dei protagonisti della crescita urbana della città. Una vita lunga la sua e professionalmente significativa. Molte le testimonianze che raccontano il suo lavoro e le sue idee tradotte in palazzi e sedi prestigiose. L’ingegnere Andrea Piovani, nato il 23 gennaio 1924, si è spento l’altro ieri alla Domus dove era ricoverato da poco tempo. Oggi i funerali, alle 15.30 nella chiesa del Buon Pastore di viale Venezia, con sepoltura al Vantiniano.
Lascia i figli Roberta, Giancarlo ed Edoardo e gli amatissimi nipoti Tommaso, Beatrice, Marta e Anna. L’ingegner Piovani ricordava lucidamente le tante opere firmate: dalla sede di A2A di via Lamarmora, al condominio Torre di via Vittorio Emanuele, alla sede dell’allora Banco di Brescia e della Torre Mercurio a Brescia Due, sino alla ristrutturazione di palazzo Coin in centro storico. Molti anche i progetti residenziali portati a termine sul Garda e a Madonna di Campiglio che lo insignì della cittadinanza onoraria.
Protagonista negli anni di maggior espansione della città che ha seguito professionalmente col «rigore che caratterizzava il suo tratto. Era di buon carattere ma ligio alle grandi regole. Un ingegnere nell’accezione più autentica», come lo descrive l’ultimo dei suoi figli Edoardo, già team manager del Brescia Calcio.
Molti anche i progetti residenziali portati a termine sul Garda e a Madonna di Campiglio che lo insignì della cittadinanza onoraria.
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