La voglia di vivere «Bedizzole on the road»
Se funzionerà, magari qualcuno potrà trarre ispirazione per pubblicare un giorno un romanzo dal titolo accattivante. Ma «Bedizzole on the road», lungi dall’essere la riedizione in salsa morenica del testo fondativo della beat generation, non presenterebbe strade teatro di lunghe scorribande. Al contrario il novello Kerouac racconterebbe di vie vietate al traffico, secondo gli intendimenti del progetto «Strade chiuse: relazioni in corso».
Motori spenti, auto ferme in garage per un’avventura a chilometro zero dallo strabiliante profumo di normalità, una normalità un tempo vissuta ed ora, forse, non irrimediabilmente perduta. Alzi la mano chi conosce i nomi di tutte le persone che abitano nel suo condominio. Constatato il basso tasso di risposte positive, a Bedizzole hanno pensato bene, con una proposta «dal basso» sposata da vari attori sociali e istituzionali del paese, di provare a invertire la tendenza.
Ci saranno occasioni conviviali ed iniziative aperte al contributo di tutti, la strada chiusa offrirà lo spazio adatto per viverle in prima persona. Si condivideranno tavoli, si intavoleranno discorsi, si conosceranno persone, si ricorderanno i nomi dei condòmini del palazzo di fronte. E magari ci si racconterà di quanto è piaciuto «Bedizzole on the road».
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