La voce di chi non senti da tempo, fiocchi di neve a primavera

Sarà capitato anche a voi, in questi giorni. Il cellulare suona. Sullo schermo solo la sequenza dei numeri. Nessuna identità esplicitata da un nome. Il numero non è in rubrica. Chi è? Si risponde con il cuore che sembra perdere un colpo. In quel piccolo salto c'è il funambolo che mette i piedi nel vuoto, senza rete. 

- Pronto? 

Bastano due sillabe e nella testa si ricompone il viso di quella persona, come se la voce avesse fatto da magnete alla miriade di polvere metallica distribuita nel cervello, infiniti puntini che raccolti fanno proprio quella faccia. La faccia dell'amica con cui vivevi quando facevi l'università. La tua vicina di casa prima del trasloco. La signora con cui chiacchieravi da finestra a finestra. L'amico delle elementari...

Anni che quella forma non si ricomponeva. Come un gioco del tempo tutto torna presente: la sua stanza, il modo che aveva di portare i capelli, i riti prima di un esame, l'insensata minestrina la sera tardi. Si dispiega una lunga chiamata, un carnevale in miniatura dentro la cucina, davanti alla finestra da cui guardi il campo.

Non siamo soli, viene da pensare. Anzi, questi giorni, per chi è a casa, magari proprio da solo, diventano un reagente chimico. Si presentano contorni che non si immaginavano e le cose accadono, fioccano senza senso, su questo cumulo di angosce. Come le teleonate di persone, tante, che pensavi chiuse nel baule di un ricordo. Vogliono sapere come stai, come va, cosa pensi. Vogliono farsi vicini, proprio adesso che è dura. Minuti telefonici della stessa bellezza incontaminata di un minuscolo fiocco di neve. Neve a primavera, come quella caduta in Maddalena l'altro giorno, piccoli ami a cui abboccare per non restare nel buio dei pensieri tristi. Abbocchiamo e facciamoci trovare, ma allo stesso tempo lanciamo in là le nostre voci. Chissà, che qualcuno, abbia bisogno proprio di una nostra telefonata...