La voce della mamma nella termoculla

Nelle incubatrici dei neonati prematuri al Civile si sperimenta un’innovativa apparecchiatura
La voce della mamma nella termoculla
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Già la parola - «incubatrice» evoca... l’incubo. Proprio affinché le mamme possano dormire sonni tranquilli, sapendo che il contatto con il proprio bambino nato prima del termine non si perde proprio mai, neppure quando lei non può essere in ospedale, si sta lavorando nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Civile di Brescia. Nel reparto, infatti, si sta sperimentando una particolare apparecchiatura che, collegata alle incubatrici, tramite dei vibrotrasduttori amplifica il suono e riesce a far sentire la voce della mamma ai piccoli pazienti. Ma, e qui sta la rivoluzione, senza inserire nulla dentro l’ambiente supercontrollato della termoculla.

«I vibrotrasduttori creano vibrazioni sulle pareti rigide delle incubatrici e al loro interno si crea l’onda sonora», spiega l'inventore della speciale termoculla, l’architetto Alfredo Bigogno, appassionato di ambienti sonori. Proprio da qui, e dalle riflessioni insieme a una delle insegnanti della trasmissione «Amici», Grazia Di Michele, è venuta l'idea. Messa in pratica anche grazie allo straordinario istinto delle mamme: superato l’ostacolo di dover parlare in un microfono per registrare la propria voce, «sono stata molto felice. All’inizio non potevo toccare il mio bambino, prenderlo in braccio; le terapie erano tante. Spero che così non abbia sentito la mia mancanza», racconta Emanuela Stagnaro.

Trasferita dal Gaslini di Genova al Civile per un parto difficile dopo una gravidanza altrettanto a rischio, oggi è mamma di Edoardo, uno dei tre bambini nati prematuri coinvolti, per ora, nella sperimentazione. L’obiettivo è arrivare in più di sei mesi ad almeno quaranta, perché non solo per i bambini «sentire la voce della mamma ha un effetto consolatorio», ma si vuole valutare se «sia anche sedativo. Nel caso di manovre dolorose, come ad esempio i prelievi, - spiega Gaetano Chirico, il responsabile della Neonatologia e Terapia intensiva neonatale - si è notato che con questi sistemi i bambini in un certo senso vengono distratti e sentono meno altre sensazioni, in questo caso dolorose». Usare la propria voce, però, avrebbe un effetto positivo anche sulle stesse mamme: «Non essendo il mio bambino più dentro di me, non potendo fare più niente, sicuramente mi ha fatta sentire più utile», assicura Emanuela.

Elisa Bonomelli

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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