La vista di Linceo, la visione di chi aiuta
Ogni qualvolta attraverso la quadreria degli Spedali Civili penso che quei padiglioni a forma di fiocco di neve conservino la memoria di tutte le sofferenze provate dai malati. L’ampio corridoio è arredato da una preziosa raccolta di ritratti che la gente guarda di sfuggita. Sono i benefattori, persone che verosimilmente si stupirebbero nel vedere incisa la loro biografia su una lastra di ottone fissata sulla cornice. Perlopiù si tratta di uomini, ma fra loro emergono anche delle figure femminili. Tutti in posa, il sorriso appena accennato, solo la foggia dei loro abiti dichiara il periodo in cui sono vissuti. Sono i notabili del loro tempo, medici, avvocati, gentildonne, notai e sacerdoti della città e della provincia bresciana.
Fra le benefattrici colpisce la quieta semplicità di Rosa Freddi Lucchini, ricordata dal figlio Luigi con una donazione destinata alla costruzione del «Satellite». Il pittore Adriano Grasso Caprioli coglie con delicatezza le sue umili origini e ne trasmette l’antico senso materno. Di ciascuno viene indicata l’entità del lascito patrimoniale, ogni profilo descrive un gesto di altruismo compiuto senza clamore. Tutti, chi più chi meno, hanno elargito all’Ospedale Maggiore o per l’Ospedale delle Donne in favore di tanti sconosciuti.
Alcune storie, come quella del sacerdote Giovan Maria Archetti morto nel 1834, sono alquanto singolari. Figlio di ricchi commercianti di chiodi e granaglie, nel suo testamento ha lasciato in eredità all’Ospedale Maggiore beni per la considerevole somma di Lire 49.548,94. Il prete con una clausola però si era riservato di proibire «tanto all’Amministratore dell’Ospitale quanto a Bortolo Faschetti, marito della nipote Barbara, di molestare in alcun modo le nipoti usufruttuarie Marta, Giulia e Barbara, pena il decadere dai vantaggi».
I gesti nobili e l’egoismo coabitano, infatti non è stato l’unico a lasciare postille contro possibili «molestie» esercitate da eredi frettolosi di entrare in possesso dei lasciti.
Oggi la solidarietà viene indirizzata anche dal fundraising, un sistema di raccolta fondi strutturato. Chi se ne occupa segue corsi di formazione per imparare a raccogliere denaro e sostenere progetti mirati. I filantropi invece continuano ad essere paragonabili ai Lincei, il cui nome deriva dall’argonauta Linceo, famoso nella mitologia antica per la sua vista acutissima. In ogni momento storico chi prova amore per il prossimo ha una visione limpidissima del bene, compie atti di bontà che si contrappongono alla cattiveria di cui sono capaci gli uomini.
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