La super meridiana di Largo Formentone bocciata sui social

La Loggia aveva annunciato un bando per la parete di Largo Formentone, ma i proprietari si sono mossi in autonomia.
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Centinaia di condivisioni, una miriade di commenti e svariate manifestazioni di dissenso. Il popolo social ha reagito con regal sdegno alla notizia che i privati proprietari della parete in Largo Formentone hanno deciso di decorare in autonomia - col sostegno di alcuni sponsor - il grande muro affacciato sulla piazza. 

Abbracciando il progetto dell’architetto Sergio Togni e dell’artista Adriano Grasso Caprioli, che prevede una meridiana da Guinnes incastonata in alcuni dei simboli della nostra città. Un po’ omaggio alla Leonessa, un po’ contraltare ai Macc de le Ure.

La decisione dei privati archivia, di fatto, il bando della Loggia, intenzionata a sollecitare l’ingegno dei writers e a sottoporre le loro idee a una commissione. Si trattava dell’ultima di una serie di proposte per la parete, a un passo dal diventare - a un certo punto - pure una palestra verticale per l’arrampicata. 

Ad ogni modo la Meridiana di Togni e Grasso pare non incontrare il gusto di molti bresciani, dal gallerista Massimo Minini al direttore di Brescia Musei Luigi Di Corato, passando per i ragazzi dell’associazione culturale MusicalZOO. Tanto è vero che in un paio di giorni la pagina Facebook «No alla Meridiana in Largo Formentone» ha raccolto centinaia di adesioni. 

Sul tema si esprime il vicesindaco Laura Castelletti, che, pur senza esprimere giudizi di merito, ha le idee chiare. «Largo Formentone non è un luogo qualsiasi - spiega -. È un luogo significativo e speciale per la nostra città, e funge da cerniera fra la Loggia, il luogo di governo della città, e il Carmine. Chiunque arriverà in piazza Loggia vedrà il grande muro e si farà un’opinione. Io non intendo fornire un giudizio personale, ci tengo solo a sottolineare che non si può giustificare qualsiasi scelta relegando la responsabilità ai privati. Comune e Sovrintendenza non possono dare un parere vincolante, ma questo murales cambierà uno spazio pubblico. Non ho mai nascosto, e non nascondo ora, che avrei voluto istituire una commissione deputata a scegliere un artista, libero di esprimersi liberamente per rappresentare la città». 

Il futuro della piazza? «Ci vedo delle panchine, ma soprattutto eventi, perché sia il contenuto a definire il contenitore».

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