La storia delle cave rivive con il restauro dei primi camion
La volontà di ridare smalto a una pagina, ampia, della storia che dal territorio di casa è arrivata in tutto il mondo. L’entusiasmo che, in corso d’opera, non esaurisce, ma anzi getta il seme per ampliare il progetto. E i profili di vecchi bestioni motorizzati fatti riemergere dal bianco e nero in cui il tempo li aveva confinati per riprendere colore. Proseguono, a Botticino Mattina, le operazioni di restauro del primo camion entrato in azione nelle cave di marmo, un Diamond T980 costruito negli anni ’30, che ha caricato sul proprio dorso i blocchi fino agli anni ’60, e da allora era rimasto silente in un cortile di via Cave.
A onor del vero, per l’autoarticolato fabbricato oltreoceano, lasciato in Italia dagli americani nel dopoguerra, e acquistato dalla famiglia Benetti, insieme ad altri mezzi, proprio per essere impiegato tra le bancate del bacino, non restano da sistemare che i piccoli dettagli. Ma il gruppo La Pietra, che tanto ha care storia, memoria e cultura legate al marmo e che, con il benestare della proprietà, si sta occupando del tutto, ha ben pensato di non fermarsi a quello e alla draga ricoverata sul suo pianale, il cui recupero è anzi in fase avanzata. Avanti così. L’azione si allargherà ora anche a un altro camion. Quest’ultimo (pure a stelle e strisce) negli anni in cui il Diamond T980 trasportava i blocchi, era al suo fianco per caricarlo, mediante la gru che montava, dei volumi grezzi da decine di tonnelate, che poi sarebbero stati portati nei laboratori per la trasformazione.
Diversamente a quanto fatto con il primo veicolo sul quale i volontari del gruppo La Pietra sono intervenuti, in questo caso le operazioni per togliere ruggine e segni del tempo insisteranno solo su metà mezzo, così che, a lavori finiti e ad arnesi deposti, possano rimanere evidenti tanto il restauro, quanto lo stato d’usura accumulato. Il sogno è che, oltre ad essere restituiti alla vista della cittadinanza, Diamond T980, draga, e camion gru possano essere fruibili da quanti, richiamati da Bergamo e Brescia Capitali della Cultura, si avvicinino a Botticino per scoprirne il patrimonio storico-artistico, le cave, i mezzi e i segni ad esse connessi disseminati sul territorio.
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