«La Provincia non chiuda i vecchi svincoli di Rezzato sulla Sud»
Sono ormai quasi terminati i lavori dei nuovi svincoli in entrata e uscita per Rezzato e Castenedolo, lungo la Tangenziale Sud, ma ancora non è stato chiarito dalla Provincia il destino di quelli vecchi, a poco meno di un chilometro di distanza. Non si sa se saranno mantenuti, come richiesto in due missive dall’Amministrazione comunale, e da Asimpre (Associazione imprese rezzatesi), tuttora in attesa di risposta.
Nelle lettere si chiede alla Provincia, quale ente responsabile della viabilità in tangenziale, la possibilità di mantenere entrambi gli svincoli. Ora più che mai nell'impellenza dell'apertura, l’Amministrazione comunale ha voluto rimarcare ancora una volta l’importanza di tenerli entrambi in essere, poiché si legge «l’attuale uscita della Sp Bs 11 è strategica, al servizio di un’area produttiva importante in località Curvione, immediatamente a ridosso dei vecchi svincoli oltre che del vicino quartiere di San Carlo».
«Le aziende che vi operano - si legge ancora - generano traffico pesante: i mezzi se dovessero uscire dal nuovo svincolo, anziché percorrere gli attuali 640 metri per raggiungere i siti produttivi, dovrebbero percorrerne ben 2.630, transitando dalla meno adatta via Paolo VI. Non solo, passerebbero molto vicino al quartiere residenziale di via Papa Giovanni XXIII, con aggravio del traffico locale, riduzione della sicurezza stradale e aumento dell’inquinamento». Il Comune pur di mantenere in essere una delle uscite propone ad esempio di chiudere una delle due immissioni, magari quella in direzione Est.
Dello stesso tenore è la lettera di Asimpre - che ricordiamo rappresenta decine di aziende del territorio - che insieme costituiscono un ampio bacino di lavoro e occupazione. Il presidente di Asimpre Paolo Gares, facendosi portavoce dei suoi associati, ribadisce il bisogno «non di grandi né di piccole opere, ma di opere utili». Nel caso in cui i vecchi svincoli dovessero essere chiusi, le imprese sarebbero notevolmente penalizzate. Nel caso in cui la Provincia decidesse per la chiusura, il Comune di Rezzato «ribadisce con forza l’assoluta e imprescindibile necessità che la stessa con mezzi propri in accordo con i cavatori del territorio(che hanno finanziato le opere), proceda alla rimozione delle rampe e al ripristino del terreno agricolo».
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